fabella, 12/07/2020 07:03:
arrivo da te, sacrosanta, sgretolata
appesa alla mia stessa carne come un agnello
speronato da rostri di metallo, sgozzato
che sanguina il mio sangue. confido in te
tu possa reggermi così grondante e lasciarti
dipingere le braccia, gli abiti di rosso
e gocce sulle scarpe, di me estesa all'ultimo palpito
entrarmi nel cuore col caldo delle mani
lo sguardo, lo stesso di quando mi guardavi
roteare stampata nel cerchio più capiente della luna
e tu accendevi la luna
“
sacrosanta, sgretolata”…
quanto, di una vita, può esprimere anche un solo verso?!?
E poi la strofa finale... Vogliamo dirlo? Romanticismo che intreccia trame “di qualità” .
Ho detto che mi piacciono i versi semplici quando arrivano dritti dove devono arrivare, io do molto valore a quel "
confido in te, (confido)
tu possa reggermi così", perché raramente ci viene dato modo di abbandonarci completamente e in totale fiducia in una persona, ed è questa meraviglia che ti rende capace di essere "
estesa fino all'ultimo palpito", così tutto ciò che agli altri è nascosto, a quella persona speciale diviene trasparente. Si avverte un romantic-erotismo sublimato, che si condensa nell'ultimo verso.
fabella, 12/07/2020 07:27:
tu appoggi il tempo da qualche parte
io tento di scalarlo, unto come l'olio
graffio, sfondo la paura che sanguina
sul calco delle nostre mani.
lenta
la sequenza nello staccarsi, come
un roteare di fotogrammi a tuttotondo
sul simbolo dell'infinito
da un verso di Francesca
Qui mi sono piaciuti il primo verso per mano di Francesca e i tuoi in chiusura: non è facile nominare l’infinito in modo così originale e raffinato. Brava 👍
fabella, 12/07/2020 07:41:
E lì un fiore, nella sabbia
inatteso, quasi sepolto
nessuno che lo sbuchi
è lui che sceglie il tempo
per farsi risbocciare
e chiama il vento
ché lo riappaia
dentro la sua storia
da un verso di Mark
L’occhio del poeta non è mai passivo al passaggio del tempo: riesce anche a piegarlo a proprio vantaggio.
E che cosa sono le poesie, se non fiori che sbocciano inattesi?
La poesia seguente, mi attraversa come una piena ed io amo calarmici dentro, ammirando la tua capacità di suscitare empatia:
fabella, 24/07/2020 21:41:
e mise scarpe silenziose
ché nel vuoto non ci fosse l’eco
appese ai sassi un piccolo camino
ché nel fuoco potesse
vedere il tramonto, e aprì la
al cielo, ché le nubi
entrassero come lingue nel mare
visse così la notte
per nascondere al suo amore
l’ovunque, il sempre
la ringhiera arrampicata
a more, a bacche, e il senza
di cucina e caffè
poi lo inventò, nel letto bianco
accanto, coperto di non esserci
di sogno, inventò di toccarlo piano
e profumar di casa tutti i suoi vestiti
A un certo punto mi sono ritrovata a leggere automaticamente :
che nel fuoco potesse
accendersi il tramonto,…….
ma a parte questo piccolo particolare, devo dire: Mammamia!, questa è una poesia splendida, di un amore assoluto, di un intimismo palpitante che tocca cime di un’intensità altissima, e il mio plauso è grande.
Se il commento si potesse esprimere in un punteggio, direi che sfiora il 10.
Bravissima