disegnando orologi

disegnando orologi la vita è perfetta
si sceglie una guida, la sequenza
si invertono i passaggi, come l’ordine degli addendi
che nulla deforma se la matita
sbanda e si attacca al righello
se la mano trema e il cerchio la tiene
e tu e io leggiamo la grande esattezza delle ore

che non sempre corrisponde alla danza degli ippopotami lievi
ma è una marcia, coi passi contati
di storie che restano involucri, coreografie sciolte come cani

qui la casa è il quadrante che contiene il mondo
la casa che sta alla neve, come tu, oh bambino
stai al campo di grano. e i “grandi”
sono il bel tempo o le tue intemperie
il miracolo o la tua miseria
il tuo vento, la tua inondazione
e certe volte sono solo spighe vuote
che aprirai nel tempo
raccogliendo la vita di quel campo di grano
che non ha dato moltiplicazioni
ma solo spiga che regge spiga
sotto un vento che ti atterra a chiazze

oppure sotto un fiume che ti corica, quando
esce dal corso per l’umana negligenza

molto bella...

E' bello costruire orologi se per lo spirito non esiste tempo che limiti lo spazio, non c'è matita che possa deformare...
Poi dipende dai "grandi" il miracolo o la miseria...

qui, mia cara, il messaggio è forte e ben determinato. direi che merita un approfondimento, per questo la copio e incollo, cercando di produrre un'analisi degna. Per ora ti dico che mi piace e mi tocca parecchio in questo mio periodo dove il tempo/nontempo ha una valenza particolare.
Ma c'è anche un discorso sugli "addendi" che si invertono e che io chiamo "logiche" dove i "grandi" spesso non sono il bel tempo.
Torno prestissimo: merita una disamina più attenta!
Bacio

Mentre aspettiamo sto al-qantar ti intrattengo con un mio commento: stavo per scriverti che a lui sarebbe piaciuta molto la storia degli addendi!!!! Scendo a leggere il commento e...scopro di conoscere perfettamente i miei polli
Hai sempre ampie vedute sulle tematiche dei tuoi pezzi e mi piace sta cosa, forse perchè io tendo a raccontare più me stessa che il mondo.
Bacerrimi, cara.


C.