e poi. poi ti guarderò e saprò donarti un nome (con correzioni)

Francesca Coppola
sabato 28 febbraio 2015 15:14
Gennaio – ottobre 2014: da me a noi

Ho sperato è vero, è stato più d'un attimo
in cui l'ansia di quello che sarebbe potuto essere
quello che stava lì, già partendo da un nucleo
_ così conosciuto_ fermentare, iniziare, rallentare

e poi i mesi a sospettare malanni che si aggirano
nelle tasche di un futuro che sa di radici scappate

Ho pensato a cosa leggere, spegnere o ascoltare
per fare di te un seme non semplice da incontrare

chissà se capirai quei nodi che solo le donne
sanno così spietati, quelli in cui oggi è fra un anno
e ieri non è mai accaduto


***

come non si decide a chi scrivere,
come non si può scandire il momento esatto
in cui stomaco e sole si sposano legalmente
come i motivi non si possono sciogliere
e interrogare allo stesso tempo

così, proprio così sento di doverti almeno dire
che ti ho avvertito prima ancora del giro di routine
che ho sempre creduto in te, che la cinta stretta
puntava a scalare le paure più primitive
con poche monete e troppe storie da raddrizzare

e la gioia fa a pugni col cuscino quando
fra me e me, io e te, noi
con tutto il sangue che avremo in comune
dimmi...

ma tu mi sogni Clara?
ascolti quelle bugie Andrea?
sei pronta a lasciare il guscio, creato perfetto
per una vita che di sapore dovrai inventare?

hai abbastanza fantasia, mio piccolo Leonardo?
avrai mani ingrandite in forma di preghiera Greta?
amerai i cartoni della mia infanzia Ginevra?
quelli opachi e cantati da Cristina D'avena?

e la musica, Nicole, sì la musica da incubo
o quella capace di placare i pensieri
di un giorno sbagliato, di un urlo antico
di un amore esagerato?



***

ci saranno applausi oltre questi schiaffi?
ah! febbraio con tocchi da maestro
chiedi l'ora solo per passare il tempo

io sono come nove inverni pressati fra le gambe
in attesa di afferrare i dettagli di un fiore


***

sono le reminescenze ad aprire il viaggio
che poi delle tue scarpe così grandi
ed io ballavo, ballavo senza un vero vestito
coi codini che sapevano d'orzo

i tuoi specchi, la mia camera così stretta
e gli armadi con la bocca piena
allora, col sorriso fra le scapole
come (non) mamma
ignoravo i ragazzi di kiev

***

e le onde di questo mare saranno
a modo tuo, così come la scelta
di bandiere perse o da conquistare

che voglia di stupore qui
dove il bruco mangia la foglia
_ c’è un primo abbozzo da conservare


***

non assorbire tutto ciò che le mie orecchie
ascoltano, imparerai presto che la bocca
ha modi diversi per suonare

c'è chi la accorda così male, chi l’accarezza
e comunque non canta, chi per la boria di apparire
crepa le note e allora mio caro cuore
affoghiamo storie prima di tramandare



***

sarà domani il giorno in cui saprò darti il colore
di ogni cosa? la coperta ha già le sue perline
con tutte quelle risposte che fanno tesoro
dei sentori di una mamma

i nomi sono quasi incisi, ma quando ti vedrò
solo allora i tuoi occhi mi apriranno al titolo
come sipario del film della tua vita




Prove d’insegnamento


verrai e come spaventapasseri servirai l’amore
vanificando trepidazioni e addolcendo suture

e se stanca sarò delle scelte fatte all'ombra
di ciò che immaginavo e non sapevo
_ di che vita vivere allora?

piccola mia, non ti insegnerò a galleggiare
mentre gli altri intorno a te affogano

e quando l’interesse falsato e la furbizia
hanno depistato tutti, tranne me
ho comunque imparato ad imbastire chicchi di riso
per dare ai tuoi occhi un nome non fiacco di labbra




***
e poi di ninna e poi di nanna
riscopriremo le favole insieme
quando conterò quei ciuffi cullati
dal volto paffuto, lì nel momento
d'orgoglio per il mio miracolo perfetto

ti insegnerò a non sentirti mai inutile
che un innesto apparentemente superfluo
è comunque parte di un tutto (più grande)
che il valore è dato dalle persone
che il bene e il male trovano sponde sottili

e guarderò le tue spalle camminare da sole
un giorno, ma non ora, non è ora




***

non siamo fatti per stare da soli
ma neanche fra molti
siamo frammenti di vita in carcere
quanti angeli malfermi a controllare
a sbagliare sottoterra

ti insegnerò ad osservare e mai
a guardare, che la visione senza l'azione
allontana il cambiamento

che la città diventa inutile
nella spartizione del diritto dei più forti

Crediti sempre all'altezza anche senza età
ma non restare solo pensiero, testa grande
su una bici bucata



***

perché mi piace pensarti punto fermo
in un mare di isole, così da vincerti
con amore e sofferenza tipica di chi
si immola per un bene più grande

di miracoli persi fra i secoli avrai nuvole
e sentinelle quando deciderai
a chi donare la tua guerra, per poi
cerchiare il giorno con una corona

dimmi allora se la strada ha promesso festa
e invece con il tuo cuore così piccolo
non hai pregato abbastanza


# Ama le tue radici, sempre



si trema qui a mezzanotte
quanti luglio sulla pelle
eppure - non terra dei fuochi -
sei, non miccia d'invidia sarai

abiterai il vento che scalda la mia Napoli
e amerai le caramelle d'orzo fatte in casa
sarai perla fra le "quattro pietre" lasciate
dagli antenati e combatterai i barbari
sdraiandoti su di un vicolo stretto e buio
ma con una gloriosa storia da ricordare



# Deludi tutti, eccetto te stessa

perché gli anni ricamano ricordi
abbonano delusioni e gli altri
saranno in grado di vedere in te
il cambiamento ma tu non sarai certo
più buona con te stessa

se la lotta più grande è quella combattuta
fra noi ed accettarci fa più male che chiudere
gli occhi e odiare l'impossibile

non ti auguro rimpianti e non parteciperò
ai rimorsi, figlia mia non rendere sinonimi
vivere ed esistere perché le verità più grandi
si raccontano attraverso vocali bambine


# Di tutti i sentimenti prediligi l’amore


in ritardo di un giorno sui trentanove anni
di mancata condivisione che tutt'oggi uniscono
i tuoi nonni mi sento di dirti piccola mia,
che il matrimonio se da una parte dovrebbe
consolidare, dall'altra -quasi sempre-
finisce con lo sfaldare le sicurezze
che certe non erano

quando i pilastri si spostano fuori
dalle mura domestiche, i piccoli concetti
non possono sposare la causa perché
rispetto - dignità – altruismo e sopra ogni cosa
a m o r e
non devono annullarsi in sfide di rabbia
o reciproca incomprensione, perché sia lezione
ogni momenti di solitudo, perché un filo d'oro
messo al dito in un giorno qualsiasi
non giustifichi mai l'assenza


perché occhi attenti sostituiscono parole
buttate in bocca, lanciate chissà dove
a gestire le paure, i fallimenti
e niente speranze

perché il vero miracolo non è incontrare l'amore
ma saperlo riconoscere e poi dargli fiducia
come un vaso pieno di terra e senza fiori
che parimenti decidiamo di mettere al riparo
garantendo acqua e sole, casa e crescita dentro noi


# Combatti in prima linea per un mondo diverso


mi si arrampica fra i capelli questa dignità
come valore insostenibile di questi tempi
come tarlo e mai la prova che la differenza
si è vista nel momento esatto dell'offesa

Non chiedere e aspettarsi, agire e scomparire
prepararsi nell'attesa, pronti a fare i sì!
con la camicia stirata, con i piedi sulla linea
di partenza e mai vedere la meta, il punto
di congiunzione, il tunnel che trascende le scuse
e non capire, piegare, sbagliare

Smorfia distratta questa dignità, altezzosa a parole
diplomatica per gli scettici, inutile per i fannulloni

Dignità mia lascia ora che gli ulivi sono marci
nel bel mezzo di bandiere crocifisse, nel dilagare
di bisogni inaccessibili

O credimi ancora, quando non cado ma barcollo
nel vuoto che non mi stanca, come spazio
parallelo a questo esistere che ramifica gesti
e speranze e porta i forti al lunapark
con la cena dei miserabili


***

Impara a conoscerti affrontando le tue paure
ricorda che i ponti spesso sono invisibili
che spazi immensi trovano recinti
in menti deboli, che la lettura apre
varchi altrimenti inaccessibili
la musica poi tocca punti inconfessabili
le scuse sono limiti autoimposti

nella samba che ci rende umani e coscienti
cercherò bimba mia di gestire la rassegnazione
che mi coglie all'ennesima notizia di un mondo
sbagliato e quella convinzione -collisione
di imparare a vivere attraverso occhi animali
# Riconosci libertà in ogni cosa

per quelli come noi non esistono
seconde possibilità, imparerai presto
che la scelta è sadica, che l'abbandono
è condizione umana, che per - troppo poco-
siamo inconsapevoli, innocenti fra le corde

ti insegnerò la volontarietà di qualsiasi incidente
che i percorsi, per quanto contorti, hanno mani
a giustificare architetture in apparenza
incomprensibili

che il tuono presagisce sempre un pianto
che i fiori forniscono colori all'emozione
che anche un'unghia privata della cura
può generare sofferenza, che niente amore
niente è casuale, ma che puoi vivere
senza indagare i fili a comandare le storie



Sei in me, ti sento


in attesa di ciò che sarà abbraccio
tutti i segni che sai donarmi
perché ad ogni tuo movimento
quanta aria nuova nei polmoni

ti sento in qualsiasi paura
abile a vestire i buchi
della tua assenza

e scegliere fra cose minuscole
che mi parlano di te,
rendono questo diario
la tua memoria




***
quando Adriano cantava d'emozione
si riferita di certo a te, tu che ondeggi
fra i miei fianchi e sento muoverti
così lentamente, così silenziosamente
punti mani e piedi e allora non posso
che tormentarmi con le domande innumerevoli
e banali che attraversano qualsiasi mente
i tuoi occhi e tutto il resto come enigma da scoprire




***
E adesso che gli incroci cambiano i desideri
addolcirò anch’io la bugia del natale, a te
che non dovrai mai cercare i motivi per vivere
o quelli per essere felici, tu agisci come se conoscessi
il culmine del sentiero e attraversalo inconsapevole

Avrai forze serene a smuoverti passioni
ricorda di non aver diritto a niente
ammetti pezzi di te in ogni canzone
conserva l’orgoglio per confronti utili
oltre l’odio, oltre il midollo di qualsiasi parola
costruisci e disfa le tue certezze con una certa fretta
che poi arriva il conto con l’ eco dei proclami falliti
quella voglia di svuotare tutto e fare niente

sarà difficile non dirti chi essere
tu mio fiore dai pizzi bianchi
avrai radici forti ove depositare sogni
porre domande e azzardare risposte
ove abbandonare ragioni o appisolarti nei dubbi

ove crescere senza troppe credenze e troppe attese
ove prima di tutto io spero di aver conservato un cuscino
d’aria pura, all'ombra di un seno materno

Tu che sai di trepidazione antica
ed io a consegnarti la storia
prima ancora della tua nascita
prima di qualsiasi unione procreatrice

quando essere donna è gran fortuna
quando l’essere donna si fonde col grembo
quando tirano sospiri di sollievo e paura
nel luogo originario dell’ amore
dove tu mi chiami madre
ed io lo sono prima delle tue parole
mia dolce Ginevra


al_qantar
mercoledì 4 marzo 2015 11:51
Cronaca di una amore: il più grande!

è tra le cose più emozionanti che ho letto negli ultimi anni Francesca.

Ti abbraccio più forte del solito.
Francesca Coppola
mercoledì 4 marzo 2015 12:28


[SM=g7542] [SM=g7542] [SM=g7542] [SM=g7542] [SM=g7542]
oh grazie! pensa che ogni volta che la leggo poi corro sul suo visino e rivivo il tutto!

ti abbraccio anche io! [SM=g7831]

fabella
giovedì 5 marzo 2015 10:57
Re:
Francesca Coppola, 04/03/2015 12:28:



pensa che ogni volta che la leggo poi corro sul suo visino e rivivo il tutto!




d'accordo con Sebastiano. l'emozione alla lettura è tanta, e come già ti dissi, per me raggiunge picchi altissimi quando la frase liscia, colloquiale, apre alle sfumature più profonde del mistero della vita

spero che continuerai ad accompagnare le tappe della crescita di Ginevra, con questi scritti. proprio per fissare quei momenti che dici tornare vivi e nitidi. perché tutto sfugge così in fretta e il presente ci coglie sempre distratti. così da perderci le piccolissime cose, che contengono le risposte a quel mistero

[SM=g7542] [SM=g7542] [SM=g7542]
Versolibero
lunedì 3 agosto 2015 11:07
Francesca Coppola:


[SM=g7542]

io sono come nove inverni pressati fra le gambe
in attesa di afferrare i dettagli di un fiore



[SM=g7831]


non assorbire tutto ciò che le mie orecchie
ascoltano, imparerai presto che la bocca
ha modi diversi per suonare

c'è chi la accorda così male, chi l’accarezza
e comunque non canta, chi per la boria di apparire
crepa le note e allora mio caro cuore
affoghiamo storie prima di tramandare


[SM=g7542]


....... ma quando ti vedrò
solo allora i tuoi occhi mi apriranno al titolo
come sipario del film della tua vita


[SM=g2829700]


piccola mia, non ti insegnerò a galleggiare
mentre gli altri intorno a te affogano


[SM=g7542]

e poi di ninna e poi di nanna
riscopriremo le favole insieme
quando conterò quei ciuffi cullati
dal volto paffuto, lì nel momento
d'orgoglio per il mio miracolo perfetto


[SM=g7542]


non siamo fatti per stare da soli
ma neanche fra molti
siamo frammenti di vita in carcere
quanti angeli malfermi a controllare
a sbagliare sottoterra

ti insegnerò ad osservare e mai
a guardare, che la visione senza l'azione
allontana il cambiamento

che la città diventa inutile
nella spartizione del diritto dei più forti

Crediti sempre all'altezza anche senza età
ma non restare solo pensiero, testa grande
su una bici bucata


[SM=g8335]


perché mi piace pensarti punto fermo
in un mare di isole, così da vincerti
con amore e sofferenza tipica di chi
si immola per un bene più grande


[SM=g2834784]


dimmi allora se la strada ha promesso festa
e invece con il tuo cuore così piccolo
non hai pregato abbastanza

[SM=g7535]


abiterai il vento che scalda la mia Napoli
e amerai le caramelle d'orzo fatte in casa
sarai perla fra le "quattro pietre" lasciate
dagli antenati e combatterai i barbari
sdraiandoti su di un vicolo stretto e buio
ma con una gloriosa storia da ricordare


[SM=g2829700]


# Deludi tutti, eccetto te stessa

perché gli anni ricamano ricordi
abbonano delusioni e gli altri
saranno in grado di vedere in te
il cambiamento ma tu non sarai certo
più buona con te stessa

se la lotta più grande è quella combattuta
fra noi ed accettarci fa più male che chiudere
gli occhi e odiare l'impossibile

non ti auguro rimpianti e non parteciperò
ai rimorsi, figlia mia non rendere sinonimi
vivere ed esistere perché le verità più grandi
si raccontano attraverso vocali bambine

[SM=g3227796] [SM=g3227796] [SM=g3227796]





Ma che meraviglia, Francesca [SM=g7542]

Ho letto fin qui e tornerò a gustarmi anche le altre in secondo tempo, perché non sono poesie che si leggono ma che si godono e si interiorizzano profondamente,
sei magnifica e sono contenta di aver scoperto questa silloge, grandiosa [SM=g3227796]
(dal che deduco che si possono pubblicare anche sillogi in questa sezione, meno male!)

Alcune poesie si rafforzano l'un l'altra, sono perle di una collana che non avrebbe senso dividere,
io però non ho potuto fare a meno di estrapolare preziosità di versi che mi hanno davvero incantata, non solo per l'illuminazione poetica ma anche per i valori profondi e sani che esprimi.
Facevo tra me e me questa riflessione, leggendoti: Francesca avrà sicuramente ricevuto a sua volta un buon esempio di vita e di valori dai suoi genitori/educatori, è un corredo che ti porti dentro.

Ti abbraccio, e augurissimi alla piccola Ginevra.





Versolibero
mercoledì 5 agosto 2015 10:06
Eccomi di nuovo con te come mi ero ripromessa :)



# Ama le tue radici, sempre

# Deludi tutti, eccetto te stessa

# Di tutti i sentimenti prediligi l’amore

# Combatti in prima linea per un mondo diverso



Non potevo non soffermarmi sui titoli: ripeto, racchiudono te stessa, la struttura del tuo essere e pensare prima ancora che la grandezza del sentimento materno; si sente insomma che questa nascita non è solo un evento privato e chiuso in sé ma è un ingresso nella vita nel senso più alto della parola e nel mondo, in questo mondo in cui tu credi ancora, senza illuderti, ma consapevole della fatica che comporta il percorso esistenziale, consapevole delle sue brutture e della disumanità che ci terrorizza ma senza mai arrenderti, anzi, determinata nell'opporre un modello di donna o di uomo che si basa sull'autenticità e sulla forza delle convinzioni (deludi tutti, eccetto te stessa), perché guai a tradire se stessi, a non ascoltare la voce del cuore e della coscienza, il primo diritto-dovere è quello di essere fedeli a se stessi sempre.
E poi cosa ci può essere di più gratificante del sentimento di amore in ogni sua forma? Il resto è illusorio, non dà felicità e "non regge", cosa cercano coloro che credono che il divertimento sia sballarsi fino alle cinque del mattino in una discoteca tra alcool e droga e che a 16 anni o su di lì ci rimettono la vita? Manca forse qualcosa di sostanziale, di ideale ma concreto, validi esempi di valide figure educatrici non solo con le parole ma almeno con quelle, invece le falle sono già nei genitori, nella scuola, prima ancora di fare ingresso nei gruppi, nella società. Onestamente, quanti antepongono l'essere all'avere, l'amore ai soldi, l'autenticità dell'amicizia al successo, all'arrivismo?
Ecco, io leggo nei tuoi titoli i miei stessi pensieri, ti sento autentica, vera, solida, determinata e tenera al tempo stesso, ecco perché continuo a dire che questa silloge parla di te, non solo a Ginevra.
Insomma tu nella vita, nel mondo, ci credi ancora, ma pure hai gli occhi ben aperti:


mi sento di dirti piccola mia,
che il matrimonio se da una parte dovrebbe
consolidare, dall'altra -quasi sempre-
finisce con lo sfaldare le sicurezze

che certe non erano

quando i pilastri si spostano fuori
dalle mura domestiche, i piccoli concetti
non possono sposare la causa perché
rispetto - dignità – altruismo e sopra ogni cosa
a m o r e
non devono annullarsi in sfide di rabbia
o reciproca incomprensione
, perché sia lezione
ogni momenti di solitudo, perché un filo d'oro
messo al dito in un giorno qualsiasi
non giustifichi mai l'assenza


perché occhi attenti sostituiscono parole
buttate in bocca, lanciate chissà dove
a gestire le paure, i fallimenti
e niente speranze

perché il vero miracolo non è incontrare l'amore
ma saperlo riconoscere e poi dargli fiducia

come un vaso pieno di terra e senza fiori
che parimenti decidiamo di mettere al riparo
garantendo acqua e sole, casa e crescita dentro noi



bellissimo il paragone con il vaso di terra che sembra inutile senza fiori ma da cui può nascere una pianta che fiorirà se ne abbiamo cura


mi si arrampica fra i capelli questa dignità
come valore insostenibile di questi tempi


(...)
pronti a fare i sì!
con la camicia stirata, con i piedi sulla linea
di partenza e mai vedere la meta, il punto
di congiunzione, il tunnel che trascende le scuse
e non capire, piegare, sbagliare

Smorfia distratta questa dignità, altezzosa a parole
diplomatica per gli scettici, inutile per i fannulloni


Dignità mia lascia ora che gli ulivi sono marci
nel bel mezzo di bandiere crocifisse, nel dilagare
di bisogni inaccessibili

O credimi ancora, quando non cado ma barcollo
nel vuoto che non mi stanca, come spazio
parallelo a questo esistere che ramifica gesti
e speranze e porta i forti al lunapark
con la cena dei miserabili



***

Impara a conoscerti affrontando le tue paure
ricorda che i ponti spesso sono invisibili
che spazi immensi trovano recinti
in menti deboli, che la lettura apre
varchi altrimenti inaccessibili
la musica poi tocca punti inconfessabili
le scuse sono limiti autoimposti


nella samba che ci rende umani e coscienti
cercherò bimba mia di gestire la rassegnazione
che mi coglie all'ennesima notizia di un mondo
sbagliato
e quella convinzione -collisione
di imparare a vivere attraverso occhi animali



Versolibero
mercoledì 5 agosto 2015 10:33
Volevo aggiungere che nelle evidenziazioni mi trovi sulla stessa linea e lunghezza d'onda [SM=g7831] ma mi si dice che è trascorso troppo tempo per le modifiche

ok, concludo qui:

E' bellissimo, via via che la lettura arriva alla fine della raccolta, sentir crescere l'emozione e avvertire quasi fisicamente la fusione fra i due corpi (non senza includere il padre "che cantava d'emozione") fino al toccare l'apice della grandezza della maternità e della nascita nella lirica in chiusura:


in attesa di ciò che sarà abbraccio
tutti i segni che sai donarmi
perché ad ogni tuo movimento
quanta aria nuova nei polmoni

(...)
e scegliere fra cose minuscole
che mi parlano di te,
rendono questo diario
la tua memoria




***
quando Adriano cantava d'emozione
si riferita di certo a te, tu che ondeggi
fra i miei fianchi e sento muoverti
così lentamente, così silenziosamente
punti mani e piedi e allora non posso
che tormentarmi
(...)


***
E adesso che gli incroci cambiano i desideri
addolcirò anch’io la bugia del natale,
(...)
tu agisci come se conoscessi
il culmine del sentiero

(...)
tu mio fiore dai pizzi bianchi
avrai radici forti ove depositare sogni
(...)

Tu che sai di trepidazione antica
ed io a consegnarti la storia
prima ancora della tua nascita
prima di qualsiasi unione procreatrice

quando essere donna è gran fortuna
quando l’essere donna si fonde col grembo
quando tirano sospiri di sollievo e paura
nel luogo originario dell’ amore
dove tu mi chiami madre
ed io lo sono prima delle tue parole
mia dolce Ginevra





Ancora complimenti e grazie di averla condivisa [SM=g3227796] [SM=g3227796] [SM=g3227796]

Ciao Francesca :)
Versolibero
mercoledì 5 agosto 2015 10:50
Solo un'osservazione: alcuni concetti sono reiterati, anche se espressi in modo diverso e sempre con ricchezza di linguaggio;

questa frase mi ha un po' confusa:

Dignità mia lascia ora che gli ulivi sono marci
nel bel mezzo di bandiere crocifisse, nel dilagare
di bisogni inaccessibili

forse rivedrei il primo verso
se non sbaglio "ora che gli ulivi sono marci" è un'inciso, e se così fosse metterei le virgole, comunque la frase mi sembra in sospeso.
Francesca Coppola
giovedì 6 agosto 2015 12:26

non sai quanto piacere mi ha procurato questo tuo riscontro! in realtà sto ancora apportando delle modifiche (tipo raccogliere le prime due parti e farne un pezzo di prosa), inserire qualche altra "prova di insegnamento" e poi altre cosine che avevo scritto un po' in modo sparpagliato, è un workin' progress. C'è tanto da limare, tanto da chiarire o da allungare e viceversa. Ho intenzione di curarla ancora. E magari pubblicarla anche sotto forma di e-book, vedrò.

Io avuto dei principi solidi,è vero, più con i fatti che con le parole. E ho avuto pochi abbracci ecc. Ecco, naturalmente quello che sono, deriva dalle presenze-assenze, da una serie di esperienze ed un bagaglio interiore innato, credo. E la maternità mi ha colto all'improvviso, sposata da quasi due anni, un po' la rifuggevo per tutta quella serie di responsabilità che si porta dietro e in virtù di queste, ho deciso di lasciare il mio lavoro e dedicarmi al mio piccolo miracolo, perché è nella formazione dei figli che risiede il futuro e che una goccia comunque è parte attiva di un tutto. E naturalmente la società ancora così lontana dal permettere ad una donna madre di lavorare, crede dhe i voucher baby sitter possano sostituire la mamma o che a sei mesi possano essere lasciati in un asilo nido, perdendomi la parte più bella, quella della crescita, delle prime volte che non tornerano più. Ecco in questa società maschilista e malata, compito ancor più arduo il nostro.

Francesca Coppola
giovedì 6 agosto 2015 12:30


per quanto riguarda la parte della dignità, è davvero una parte astrusa, scritta mentre ero a lavoro, incinta, in un momento di particolare scontro con il mio titolare. Non so, probabilmente la eliminerò, troppo intima e forse esula da tutto il contesto, non so.

Ero arrabbiata, gli ulivi marci comunque si riferiscono alla pace, al simbolo cristiano.

Versolibero
giovedì 6 agosto 2015 12:51
@ Ho intenzione di curarla ancora. E magari pubblicarla anche sotto forma di e-book, vedrò.

Bella l'idea dell'ebook. E perché no una pubblicazione cartacea, da poter sfogliare con le sue mani.
Certo che in una silloge alcune cose si possono togliere o rivedere, ma non cambiarla troppo per non rischiare di stravolgerla, la perfezione assoluta, ammesso esista, non la vogliamo perché c'è tanto di bello da assaporare.


@ Io avuto dei principi solidi,è vero, più con i fatti che con le parole. E ho avuto pochi abbracci ecc.

E' una realtà che conosco benissimo, per averla vissuta: l'amore veniva fuori dai fatti, dalle azioni quotidiane, da uno sguardo che faceva capire ancora prima di parlare. Nemmeno io ho nuotato tra gli abbracci, e purtroppo ne ho dati pochi, ero abbastanza selvaggia/selvatica, per me la barriera era una sorta di pudore, ma io credo che l'amore sia stato comunicato ugualmente, da ambo i lati.

Buona giornata Francesca :)
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