fingere di non morire

mi chiedo della lingua, della sua misura
del fluido spezzato che invocano i ragazzi
si direbbe invocano? oppure tirano fuori. si direbbe
inseriscono? o mettono dentro
chiamiamo poesia una muffa in fermento
che non si toglie dalle palle i coperchi della forma
un sottovuoto al botulino -tipo
quando aprono una bara, dopo 25 anni
e il corpo è lì, come una ragnatela fitta
dalla sembianza intatta. e basta
che ci voli su una mosca, per farlo cadere
polvere

Fabella, è bellissima!
E se la poesia servisse proprio a conservare ciò che non vogliamo perdere? Morendo intatti? Io confido nella mosca, negli errori ben fatti e nella rinascita. Hai descritto l'attuale disagio poetico, scrivere ti concede di esprimerti oltremodo.

Grazie.

e Fabella sia

in passato, quando sentivo sopraggiungere un silenzio poetico, lo sconfiggevo semplicemente cambiando nome. non so per quale meccanismo interiore, ma era così. attualmente non mi sfiora più l'idea di creare nuove identità. so che non avrebbe più lo stesso èffetto. il rinnovamento, se deve venire, che arrivi senza tramiti. Comunque il lupo perde il pelo... è non ho resistito a mischiare un po' le carte, senza aggiungerne di nuove. per quello stavo usando il vecchio nick.

per il resto ringrazio te, per come sei entrato nel mio pensiero

dal canto mio, sento muovere qualcosa. molto, qualcosa scontrarsi.
non leggo ancora chiaramente quello che sta per succedere. devo mettere tutto a fuoco, prima di riuscire a trasmetterlo qui con nuovi spunti. magari anche per voi

No, non ero ancora passata da qui e mi immergo nelle tue parole come le avessi scritte io.

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chiamiamo poesia una muffa in fermento

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quanto è forte questa immagine, capace di smuovermi dentro, quale potenza vuole muffa, quindi cosa stantìa, quasi avvizzita, se vuoi dimenticata o sottovalutata farsi fermento attivo e poi resta, anche in un quaderno, fra megapixel, comunque incide, fuoriesce, squarcia.