le distanze... esistono nella misura in cui non lo sappiamo, ma ci fanno male quando ci accorgiamo che ci sono... è quel risveglio dall'apatia, quell'accorgersi improvviso che per un po' di tempo lo avevamo dimenticato, che abbiamo sfuocato i contorni...
ci sono distanze a cui le mani e i piedi non possono porre rimedio.
per fortuna, è così tanto quello che resta, così prezioso il dono che certi amici meravigliosi ci lasciano, che nulla può portarceli via.
per quello che dici, Daniela, sulla ripetizione guinzaglio-collare, sì... in effetti avrei potuto farne a meno. ma lo sai come sono
scrivo e basta. in realtà speravo che me lo facesse notare qualcuno, per ragionare insieme sulla cosa...
quando l'ho riletta, ho notato "l'abbondanza" ma l'ho sentita indispensabile proprio per rendere più forte il concetto, difatti l'ho rimarcato ancora in quel "senza collo". mi porto dietro un simbolo vuoto di materia, anche un legame, se vuoi, spirituale.
se però questa sovrabbondanza storpia e la mia intenzione non arriva, magari è da togliere... che dici?
la chiusa... bhe... sarebbe troppo penoso per me e triste per voi raccontare da quale immagine scaturisce, ma anche lì, quando poi ho riletto il testo subito dopo averlo scritto, ci ho rintracciato una simbologia che va ben oltre quel ricordo.
grazie Francy, Mamu, Mire e Dani per le parole fin troppo generose... quando senti che una parola, partita dal tuo arriva al centro degli altri...
bhe...