i comodini a fagiolo

fabella
mercoledì 3 settembre 2014 10:57
vacanza di lavoro in collina



in questa luce ammuffita
il pieno giorno conserva il suo silenzio

le mani prudono senza potere far rumore

ed il lavoro prende la sua piega
l'azzurro va dove ci vuole azzurro
il bianco, dove occorre il bianco

i cassetti gonfiano fino a confondere
l'ordine della loro stessa numerazione
l'oro aspetta la cera per
venire fuori dai profili più stretti

la forma del fagiolo espande
lindore e lucentezza
nei comodini veneziani
ggiacinto
mercoledì 3 settembre 2014 12:39
Waw!!! Che mano Fabella!!! E' bellissima per la sua particolare scioltezza, percettibile al tatto ma con delicatezza, uno sfioro.

[SM=g8335]


radikal60
giovedì 4 settembre 2014 22:19
E si, suona che è una meraviglia. Nessuna forzatura, scivola via con armonia e senso. Un'unica annotazione da parte mia, se usi il troncamento (che in genere non mi piace) vedrei meglio "senza poter far nulla" oppure direttamente (eliminandolo) "senza fare nulla". Ciao.
fabella
domenica 7 settembre 2014 08:18
grazie ragazzi [SM=g2834784]

radikal, hai proprio beccato quella che è stata la mia perplessità. il verso che riscrivendo ho voluto cambiare. a questo punto penso che la soluzione per me sia quella di trascriverlo nella sua versione di getto.

e le mani che prudono, senza poter fare rumore

scarto la possibilità della doppia tronca, per una regola che mi ero imposta per scrivere in rima (mai due tronche in un solo verso)

grazie per aver posto l'accento sul mio stesso dubbio [SM=g8265]
fabella
domenica 7 settembre 2014 08:19
Re:
fabella, 03/09/2014 10:57:

vacanza di lavoro in collina



in questa luce ammuffita
il pieno giorno conserva il suo silenzio

e le mani che prudono senza poter fare rumore

ed il lavoro prende la sua piega
l'azzurro va dove ci vuole azzurro
il bianco, dove occorre il bianco

i cassetti gonfiano fino a confondere
l'ordine della loro stessa numerazione
l'oro aspetta la cera per
venire fuori dai profili più stretti

la forma del fagiolo espande
lindore e lucentezza
nei comodini veneziani




Versolibero
mercoledì 12 agosto 2015 17:48
Ciao Fabella,
ci sono versi che mi piaciono molto in questa tua, come il pieno giorno ed il silenzio al secondo verso, farei però un'inversione attribuendo pieno a silenzio: una forzatura, forse, ma io penso che lo amplifichi in un senso di pace, comunue mi è venuta questa idea (perdonami se inopportuna) perché il verso mi si è presentato da sé in forma di endecasillabo; ed anche il primo verso potrebbe essere "alimentato" secondo questo metro assai armonioso (io la luce ammuffita l'ho percepita come se fosse stanca, ma potrebbe essere un altro aggettivo ;
mi è piaciuta molto anche la strofa dei colori, tantissimo, ma anche qui completerei il verso del bianco in endecasillabo inserendo solo o sempre;

il verso che non mi soddisfa invece è quello il terzo:
nella prima versione per i motivi già osservati, nella seconda non vedo la necessità della e e del che ma soprattutto sento che si impongono troppe desinenze e consonanze in erre: considerato che ci sono anche "prudono" e dopo "prende", questo verso

e le mani che prudono senza poter fare rumore

cercherei di asciugarlo così:

le mani prudono ma senza far rumore

(dove il ma può non piacere ma assume un senso oppositivo che chiarisce il contrasto)

Prova a leggere alternativamente ad alta voce la prima parte in entrambi i modi:


in questa luce ammuffita
il pieno giorno conserva il suo silenzio

e le mani che prudono senza poter fare rumore

ed il lavoro prende la sua piega
l'azzurro va dove ci vuole azzurro
il bianco, dove occorre il bianco



in questa luce stanca e un po' ammuffita
conserva il giorno il suo silenzio pieno

le mani prudono ma senza far rumore

ed il lavoro prende la sua piega
l'azzurro va dove ci vuole azzurro
il bianco dove occorre sempre il bianco




Tutto bene nella seconda parte secondo me, però rivedrei la versificazione, perché non ha senso spezzare il verso con il "per" che non ha certo la funzione di enjambement:


i cassetti gonfiano fino a confondere
l'ordine della loro stessa numerazione
l'oro aspetta la cera per
venire fuori dai profili più stretti



propongo:

i cassetti gonfiano fino a confondere
l'ordine della loro stessa numerazione
l'oro aspetta la cera per venire fuori
dai profili più stretti



Chiaramente la mia è una delle tante letture da lettrice che possono servire o non servire affatto all'Autrore/trice
e anche in questo caso le decisioni finali spettano unicamente a te [SM=g2834784]

Ciao [SM=x2823269]

Carla.Aita
giovedì 20 agosto 2015 20:38

Io le lascerei tronche entrambe: perché no? Licenza poetica neee. Certo che pure sulle foglie di salvia sapresti scrivere un pezzo...stregaccia! [SM=g2842921]




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