il bruco a palloncini

filodiseta
mercoledì 4 aprile 2007 08:36







solo la gruccia riempirà le spalle

e un petto senza grani di rosario





respira ancora il bruco a palloncini

chiede di te, nel costumino rosso

delle tue gambe belle



per edicole, tra riso e rogge, divaricato

d’ossa, un racconto -attende-



senza stallo di luna, partorirò mia madre






[SM=g27998]
pierrot--
giovedì 17 maggio 2007 16:49
Ad un certo livello, si può solo scegliere. Qui c'è la mia misura.

solo la gruccia riempirà le spalle

e un petto senza grani di rosario


due versi, una figura, un tempo. Asciutta commozione


respira ancora il bruco a palloncini

chiede di te, nel costumino rosso

delle tue gambe belle



La tenerezza e la musica.

per edicole, tra riso e rogge, divaricato

d’ossa, un racconto -attende-


la vita.

senza fiato nella chiusa bellissima, la crescita.


senza stallo di luna, partorirò mia madre


Una tra le preferite, solo da leggere in silenzio e prendere prendere tanto.

Ciao Daniela. Grazie come sempre


p.s. una volta scrissi che volevo abortire mio padre...ero un pò più lontana..









alchimistanero+++
giovedì 17 maggio 2007 17:30

Scritto da: pierrot-- 17/05/2007 16.49

p.s. una volta scrissi che volevo abortire mio padre...ero un pò più lontana..


di sicuro una scelta difficile...hehe...he..he..^_^
cristinakhay
giovedì 17 maggio 2007 23:04
Splendida, per immagine e snellezza dei versi, contenuto condensato d'effetto.
Bravo. [SM=g27985]
filodiseta
venerdì 18 maggio 2007 08:38
Re:

Scritto da: pierrot-- 17/05/2007 16.49



Una tra le preferite, solo da leggere in silenzio e prendere prendere tanto.

Ciao Daniela. Grazie come sempre


p.s. una volta scrissi che volevo abortire mio padre...ero un pò più lontana..








Solo chi si prende cura personalmente dei propri genitori invalidi, malati o anziani, seguendoli passo a passo, con spirito di servizio totale, può capire la sensazione di partorirli. Diventano nostri, nelle nostre mani, affidati alle nostre cure, le più intime. Vogliono i racconti della loro giovinazza, che ci avevano a loro volta trasmessi, da custodire.
Solo una mamma sente che si sta ripetendo il percorso decrescente della cura e della dedizione ai figli.


Il desiderio di abortirli, non mi sembra così tanto lontano, a meno che non sia dettato da momenti di odio.
Nelle condizioni dette prima, penso che tale desiderio potrebbe derivare dal fatto di prendersi cura del genitore quando soffre e sentire l'impotenza di aiutarlo. L'aborto, equivarrebbe a una specie di eutanasia.



Discorso complicato di prima mattina, ma ho sentito lo stesso di comunicarti/vi le mie considerazioni [SM=g27985]
pierrot--
venerdì 18 maggio 2007 17:29
giorni fa ho accolto le confidenze di un uomo in imbarazzo per dover accudire, in tutto, la madre. Pur cercando di comprendere la difficoltà naturale, ho pensato e espresso la chiusura del cerchio. Il ritorno all'unione. Resta la durezza della sofferenza dei nostri cari. Per te un grande pensiero Daniela.
Il mio aborto nel momento in cui lo dissi, era rabbia e incapacità di tenere un padre, che ho visto solo di schiena e in fuga. Il desiderio di liberarmi dal peso della sua inesistenza. Un'altra storia dunque. Ora per come possibile, superata. Resta la perfezione della tua poesia che ho letto nella mia visione analitica. Vedi quanto doni?
Ciao a presto





Modificato da pierrot-- 18/05/2007 17.30
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