mi vesto d'ali ai polsi, alle caviglie
e il solco alla puntina sui violini
quelli dei pergolati sul mio letto
a calice avvicino le movenze
apro di grolle e hole sulla pelle
svincolo le potenze del dormiente
con quasi amore cedo le mie labbra
quando gli abbraccio a forza la cintura
scivolo a strusci il naso la saliva
imbevo imbeve, mentre non fa cenno
di risveglio, se non che m'accompagna
col crescere di vene sotto i denti
restituisco la poesia sottratta