jornate come quisse

il_complice
mercoledì 10 settembre 2008 02:23
Jornate come quisse me ’vvilisce,
quanno de fora butta jò lu monnu
co’ le saette che fa lu jirotonnu;
ne casca una, se ’rrizza e po’ sparisce.

E dì che tra ’che jornu è primavera,
volasse ’n uccellittu pe lu cielu.
E po’ do te vo’ jì co’ ’ssù raggelu,
semo ’rriati a pranzo e pare sera.

Jornate come quisse me sconforta,
non saccio mai che fa da solu a casa.
Finisce che lu tempu te se sfasa
’spettenne che chidù bussi alla porta.

’Gni tanto vedo ’n’ombra su la soja
ma so che sò li rami che se stira,
svejati da lu zefiro che spira
smoenne foje e frasche controvoja.

Jornate che non c’ha manco un colore,
riflesso de ’na vita senza amici,
come ’na pianta priva de radici
che prima o po’ se ’ccascia e dopo more.

Lu core pieno de malinconia,
li porsi co’ du linee tratteggiate,
e addè che staco co’ le mà tajate
’spettemo de ’ncontrà ’che anima pia.



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Giornate come queste mi avviliscono,
quando di fuori butta giu il mondo
con le saette che fanno il girotondo;
ne cade una, si rialza e poi sparisce.

E dire che tra qualche giorno è primavera,
volasse un uccellino per il cielo.
E poi dove te ne vuoi andare con questo gelo,
siamo arrivati a pranzo e sembra sera.

Giornate come queste mi sconfortano,
non so mai che fare da solo a casa.
Finisce che il tempo di si sfasa
aspettando che qualcuno bussi alla porta.

Ogni tanto vedo un’ombra sulla soglia
ma so che sono i rami che si stirano,
svegliati dallo zefiro che spira
muovendo foglie e fronde controvoglia.

Giornate che non hanno neanche un colore,
riflesso di una vita senza amici,
come una pianta priva di radici
che prima o poi si accascia e dopo muore.

Il cuore pieno di malinconia,
i polsi con due linee tratteggiate,
e adesso che sto con le mani tagliate
aspettiamo di incontrare qualche anima pia.
fil0diseta
mercoledì 10 settembre 2008 09:10
Grazie anche di questo esempio che dai, di conservazione del dialetto. Leggo che sei giovane e la cosa ti fa onore. Fu un argomento trattato in una conversazione con i miei amici francesi, lei preside di un liceo, lui insegnante dello stesso e il figlio Prof. universitario.

Ti dico questo perché ognuno di loro ha espresso parere competente, ma svavorevole che il dialetto sia inserito come materia di studio nelle scuole. Hanno invece manifestato accordo nel dire che la lingua locale debba essere conservata dai giovani, nella vita di tutti i giorni ed insegnata in famiglia ai bambini.

Ecco ricordato un dopo cena delle mie vacanze, quelle che a pensarci, mi sento tutta come nella tua poesia [SM=g27995]


eheheheh ciao [SM=g27985]
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