il_complice
sabato 11 luglio 2009 06:40
che cos'è, quell'albero,
tra mille passi di sabbia, guarda
ha le radici dentro i miei ricordi
-è questa, allora la strada
dove si unisce il percorso al percorribile
e non si capisce più
qual è il lavoro e quale
il compito-
una cosa bizzarra della vita fisica,
è che da un punto non generico
tutto è soltanto una linea retta
-noi siamo solo il paesaggio,
se la natura o il mare oppure
il nulla-
ovunque altro
sembra un impacciato arzigogolo,
dove ci si scontra e ci si manda a fanculo,
come vivendo ciechi dall'apprendimento.
-la strada è questa, allora
oppure? quella?-
c'è una certa altitudine,
dentro la sfera di questa mia solerzia,
che permette di vedere con gli occhi del cerchio;
le spinte direzionali
si fanno evidenti per la simmetria
-che senso ha, parlare della strada quando
sopra la logica, sono serpenti che
vanno via da sé
e vanno via,
da me-
maledizione guardami,
non sono abbastanza morto?
/quando annullerò lo spirito dell'uomo,
non resterà più che una diceria/
-spazzato al vento
questa è la mia strada
incontrandomi a vuoto
con ogni elemento-
Francesca Coppola
mercoledì 15 luglio 2009 11:53
la leggo e la rileggo e trovo sia un capolavoro.
Mi piacerebbe farti ascoltare quello che trapela dalla mia voce quando la leggo e farti capire come la interpreto, visto che con le parole non ci riesco.
Un bacio