fabella
giovedì 29 marzo 2012 07:52
bastava un passo, sullo stormire delle formiche
per dare varco a un peccato senza redenzione
un inconscio obbligatorio
padrone mio, fratello, fiato mio, onnipotente
che tutto porta scritto anche le epidermidi
- chinati a terra, non voltarti – disse – a sette, a sette
aggiungeresti urla alle persiane che già
hanno fessure troppo larghe
sempre più dolore entra, la smorfia quasi
rivolta al muro e un tremare di labbra sul bicchiere
allora provo a tratteggiare un pezzo di cuore e dalla finestra
lascio entrare il ramo d’acero dove le potature
non saranno semi femminili, o semi di madre
là sulla gogna di un tetto, là senza chiavi una distrazione
sempre voluta, accanto. accovaglie di pipistrelli
escono all’imbrunire come un volo che trema, i vetri
avremo già fame, sulle macchie dei tulipani e io m’afferro
torno alla prima persona
fabella
giovedì 29 marzo 2012 07:57
A distanza di più di un anno, avrei modificato qualcosa nella penultima strofa. Ci ho anche provato, per poi decidere di non piangere sul latte versato
lastrega65
giovedì 29 marzo 2012 11:13
allora provo a tratteggiare un pezzo di cuore e dalla finestra
lascio entrare il ramo d’acero dove le potature
non saranno semi femminili, o semi di madre
leggo e rileggo i tuoi versi, e provo a entrarci dentro. A tratti ermetici, rilasciano un sentore di già sentito per me. Se è vero che ognuno veste la poesia a suo bisogno, io qui ritrovo molto di me, dei miei dubbi, del mio cercare di allontanarmi dal passato, del mio provare a essere madre spogliandomene per non far ricadere sui figli le colpe dei padri.
fabella
giovedì 29 marzo 2012 21:10
Re:
lastrega65, 29/03/2012 13.43:
dov'è, dov'è la cosa che avevi scritto
lastrega65
venerdì 30 marzo 2012 11:24
Re: Re:
fabella, 29/03/2012 21.10:
dov'è, dov'è la cosa che avevi scritto
grrrrrrrrr cancellata per sbaglio...e adesso come la ritrovo...comeeeee
fabella
venerdì 30 marzo 2012 11:42
ia'na puppurupuppu puppù (trad. non c'è più, più, più, più....)