se mi appoggio indolente al decoro di questa vita mi restano solo le scorie di versi zittiti come residui del mio vagare nell'ignoto oltre la salvezza dell'anima non voglio per me l'eclissi di libertà ne' la cura infetta del perbenismo idiota combatto forse è inutile in epoche di baciabanchi contro l'assoluto e grido un evviva relativo da miscredente anche a questa messa latina che mi cullò bambino e se sento ora come allora un suscipiat dominus de manibus tuis mi torna commozione sino all'agnus dei tanto che mi viene quasi intonato un veni creator spiritus ma le note ultime di questa mia vita sono asincrone e la speranza vi è abolita come la geometria dell'inutile che imperversa nell'osceno di questo parterre politico che mi tedia c’è questo culto nuovo della persona magica che mi sa d'antico di quello stantio e lo temo ma non mi resta ora che l'evangelo al grido di vade retro satana è un attimo infine naufragar nei giorni che ancor mi attendono girovago tra i versi voglio solo un domani lontano questo epitaffio al volar delle ceneri mie era dolce il giorno e perfetta la notte ma sono volato via vanni 2008 ottobre