le monete riposte in un vaso di vetro
incuriosiscono i bambini
per le forge strane, ignote, lontane
tu guardi il colore, il disegno, la data
trovi quella di mamma, quella di papà
di nonni, bisnonni, delle grandi guerre
e da domanda poi nasce domanda
sugli universi che nasconde il tempo
i vari paesi, i loro re, le dittature
chiedi di quello coi baffi quadrati
che sterminò sei milioni di ebrei
ti resta sulle dita l’unto del metallo
un’impronta digitale antica
i tatuaggi che compongono il viso
di un mondo fiorito di monete sporche
dovrei pulirle ad una ad una col viakal
ma hanno la storia patinata
sul dritto, sul rovescio e sarebbe
come togliermi le rughe dal volto
invece, mio amore, da nonna
voglio apparirti nonna senza falsità nei capelli
senza il botox a confondere le tue cronologie
quelle naturali da miliardi d’anni
non i meccanismi sconvolti
dalla miseria umana che si vuole elevare
ad immortale (pre)potenza
anche questa non ancora sedimentata