noi che viviamo di morti

fabella
domenica 22 marzo 2020 08:13

ogni giorno, da quando non c’è più mia madre
mi sovviene troppo spesso la parola morte
non necessariamente con significato estremo
ma nei sincronismi e nelle distonie
della sua poliedricità. mi spiego meglio

coincideranno le mie morti multiple?
se sono due, per esempio, quale farà soffrire
l’altra? e se son tante (altro esempio), quale
sarà la prima, quale le la seconda, quale la terza?

potesse essermi una sola, la morte. ma
certe morti, sono un crescendo dentro

le morti dei parenti che ho voluto perdere di vista
dell’India, dell’America, di tutti i continenti
ma anche quella del paese accanto, dove non
mi va più di tornare; tutte morti auto prodotte
che mi esistono, perché mi esista l’essere libera
da quel fuori che costringe a non ascoltarsi in fondo

e le morti contrarie? quelle involontarie? delle cose
buttate, delle persone dimenticate, della casa che
non potrò abitare. la morte del mare, del monte più alto
del lago artificiale. morte degli occhi. come a te la vita
(terzo esempio), quando ci accadde che rifiutai tuoi baci
Versolibero
giovedì 26 marzo 2020 12:08
Tema importante e a me caro che trovo coinvolgente già dalla prima strofa; molto belle e dense le ultime due.



Un verso da correggere:

sarà la prima, quale le la seconda, quale la terza?



Ciao.
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