nomi di circostanza

rossopapavero
venerdì 19 aprile 2013 08:22
Non è stata la morte a spaventarmi.
L‘ho vista mentre ti stringevo, caldo
di sangue interrotto, la pupilla distante
– no, non mi fa paura.
Cancellare tutte le tue impronte
i vestiti, la tazza del mattino
è tutta un’altra cosa.
Se proprio dovete starmi in casa
lasciatemi il riparo da parole
di circostanza mettete su il caffè
e non chiamate amore
questo lasciarti andare.
fabella
venerdì 19 aprile 2013 08:39
letta mezz'oretta fa su FB. devo confrontarla con le tue precedenti, ma mi sembra che ci sia del nuovo nel tuo linguaggio. mi riservo di approfondire, per non sparare cose a vanvera. poi torno


sono perplessa su una concordanza, qui:

e non chiamate amore
questo lasciarti andare.


sempre arricchita a leggerti [SM=g7831]


P.S. ti aspettavo perché mi è balenata una cosa da chiederti. te la butto lì, e caso mai ne parliamo più ampiamente in privato. mi piacerebbe presentare il tuo testo (il libro, intendo) nello spazio di "Poesia condivisa" condotto dalla Ferramosca su poesia 2.0. visto che mi è stato più volte chiesto, qualora ci fossero autori da diffondere. dimmi che ne pensi ...ed eventualmente ci addentriamo meglio nella questione


[SM=x2823269]


rossopapavero
venerdì 19 aprile 2013 08:58
Fabella, ti dico subito che è un onore! Quindi sì, e con gioia. [SM=g2829700]

In realtà il testo non è nuovo: ho cambi di registro a seconda di ciò di cui voglio parlare. Nella raccolta è più evidente.
La concordanza: è una scelta, magari sbagliata, ma ormai lo sai che è rara la casualità in quello che scrivo :-)
L'idea era quella di sottolineare le tante voci, le tante parole che si usano dire o si sentono in certe situazioni in cui il tu è così intimo da preferire altro. Magari il suo nome vero. Qui lo ometto: è dolore. Ma non sono per il dolore esposto, quindi speravo si comprendesse.
Il legame resta, da qui il lasciarti. E gli altri, che parlano anche con le migliori intenzioni, diventano un fuori quasi insopportabile.
Ma oggi è giornataccia, magari, dopo la tua risposta, mi ammorbidisco.
ggiacinto
venerdì 19 aprile 2013 09:12
Bentornata Rossopapavero, con questo testo che apprezzo molto!

Cancellare tutte le tue impronte
i vestiti, la tazza del mattino
è tutta un’altra cosa...


bella... [SM=g8335]

fabella
venerdì 19 aprile 2013 09:16
Sì, infatti ci stavo ragionando, perché so che non lasci mai nulla al caso... e forse ci stavo anche arrivando. Ma è molto sottile e ben contrasta con la linearità del linguaggio. Forse per questo più difficilmente individuabile alla prima lettura. L'unica cosa è che proprio per la fluidità, per la semplicità del contesto, non si arriva preparati a riflettere sulla concordanza. Che a questo punto definisco una sorta di richiamo dell'autore ad un'attenzione più profonda.


Per il resto ti dico tutto al più presto in privato, così ci accordiamo per bene [SM=g2829698]


un abbraccio [SM=g2834784]


rossopapavero
venerdì 19 aprile 2013 09:26
Fabella, speravo che quel "Se proprio dovete..." facesse da richiamo...
In realtà, qui, cambio per tre volte il ritmo. Avrei potuto separare i tre "pezzi", ma ho confidato nella metrica, negli accenti che scandiscono, o nella mia speranza dovrebbero farlo, il cambio fra fuori e dentro, lasciando così unito il testo, come espressione di un unico respiro. Ma fra l'intenzione e la resa si spalanca sempre un mondo!

Ggiacinto, grazie per l'accoglienza! Sono felice anche io di ritrovarvi, e vi sono venuta a cercare proprio oggi. Grazie. [SM=g2834784]
fabella
venerdì 19 aprile 2013 09:32
comunque attendo un momento meno concitato per altre riflessioni. la cosa mi risulta molto interessante. intanto magari, altri commenti potrebbero allargare l'analisi.

[SM=g2829698]
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