Ecat Mel
giovedì 3 settembre 2009 07:46




come se bastasse avere occhi e inquietudine
ai cancelli per segnare il vento
farne drappo - nero a poco prezzo
giusto quanto occorre da cerniera
t r a n o i e il vuoto
un'abitudine di frontiera

m i s t i f i c a z i o n i che di sacro hanno l'attesa
della pietra
simulano follia a l c e n t r o
ininterrotta dietro l'urna
la voce oscura nel commiato

a fiutare terra di riporto
sottoterra
ci si riveste fragili - inconsistenti
al dubbio
al colmo di una schiena

(sottoterra) si può raccogliere la sabbia
a sufficienza
contarla in bocca senza masticare

soffocando fili di tristezza

così
ad immergere le dita in gola
(un'opposizione - direi
a ciò che mi somiglia
)
è screzio
tra illusioni e cavità fiorite

a metà
prima del confine
mancarmi è rotta che riconosco
o l t r e

'Skorpio'
giovedì 3 settembre 2009 09:28
La sento come una determinazione a superare un momento particolarmente difficile, lo sforzo più grande, quello di combattere contro le nostre tendenze autodistruttive che come forza centripeta, rendono la pesantezza, la fatica, l'apatia e la noia di dover vivere una vita che, eccetto alcuni lampi di folgorazione (quelli bravi le chiamano epifanie) che ci portano ad un livello "oltre" l'ordinario e che spesso rimangono indelebili nella memoria, il nostro album fotografico che ci portiamo in dote al momento del vero eterno ritorno, è fatta per la maggioranza da giorni sfatti, impersonali privi di particolari spunti.
L'importante però è saper riconoscere l'importanza anche di questi periodi più grigi e bui per aumentare la consapevolezza di noi stessi, certi anche di una loro qual certa ineluttabilità in un certo senso.
Non sono una persona particolarmente credente ma, se dovessi indagare le ragioni di una fede (magari un giorno proprio la mia) partirei proprio dall'attribuire un significato preciso a questi periodi, questo esplodere di tutta la miseria e disperazione che è elemento, secondo me, peculiare dell'essere uomo ma il fatto stesso di avere la possibilità di interrogarsi a tal proposito, cosa che ad oggi non risulta equivalente negli animali, può dare adito alla speranza di essere frutto di una Mente o di un ente superiore e forse perfetto.
I versi che ho preferito sono:
t r a n o i e il vuoto
un'abitudine di frontiera

Un caro saluto ed un augurio che quell'"oltre" arrivi sempre il più presto possibile in quei momenti di difficoltà.
Francesca Coppola
giovedì 3 settembre 2009 10:18


Si concordo in linea di massima con la visione di Skorpio.
Un testo non di facile impatto. La lettura implica una buona dose di attenzione che non deve fermarsi alla prima lettura.


La sento molto mia nel tema.
Un bacio [SM=g7831]
Ecat Mel
giovedì 3 settembre 2009 11:51
Re:
'Skorpio', 03/09/2009 9.28:

La sento come una determinazione a superare un momento particolarmente difficile, lo sforzo più grande, quello di combattere contro le nostre tendenze autodistruttive che come forza centripeta, rendono la pesantezza, la fatica, l'apatia e la noia di dover vivere una vita che, eccetto alcuni lampi di folgorazione (quelli bravi le chiamano epifanie) che ci portano ad un livello "oltre" l'ordinario e che spesso rimangono indelebili nella memoria, il nostro album fotografico che ci portiamo in dote al momento del vero eterno ritorno, è fatta per la maggioranza da giorni sfatti, impersonali privi di particolari spunti.
L'importante però è saper riconoscere l'importanza anche di questi periodi più grigi e bui per aumentare la consapevolezza di noi stessi, certi anche di una loro qual certa ineluttabilità in un certo senso.
Non sono una persona particolarmente credente ma, se dovessi indagare le ragioni di una fede (magari un giorno proprio la mia) partirei proprio dall'attribuire un significato preciso a questi periodi, questo esplodere di tutta la miseria e disperazione che è elemento, secondo me, peculiare dell'essere uomo ma il fatto stesso di avere la possibilità di interrogarsi a tal proposito, cosa che ad oggi non risulta equivalente negli animali, può dare adito alla speranza di essere frutto di una Mente o di un ente superiore e forse perfetto.
I versi che ho preferito sono:
t r a n o i e il vuoto
un'abitudine di frontiera

Un caro saluto ed un augurio che quell'"oltre" arrivi sempre il più presto possibile in quei momenti di difficoltà.



ci sono momenti in cui senti che si può andare o l t r e tutte le apparenze, le quotidianità, i ruoli in cui ti specchi negli altri e non è solo un'intuizione, ma un nodo che ti stringe e soffoca, che si "ormeggia" nei luoghi dell'abitudine...
in questi momenti mi vedo riflessa negli occhi di chi ha conservato un ricordo di me, come una cartolina che non mi appartiene più e mi fa desiderare di essere diversa... lenta e difficile la metamorfosi... [SM=g27988]
in quanto ad attribuire significati precisi ai periodi in cui metti in discussione ogni cosa, quello è il nocciolo che spero di aprire ancora...
grazie dell'augurio [SM=g7831]
Ecat Mel
giovedì 3 settembre 2009 11:54
Re:
Francesca Coppola, 03/09/2009 10.18:



Si concordo in linea di massima con la visione di Skorpio.
Un testo non di facile impatto. La lettura implica una buona dose di attenzione che non deve fermarsi alla prima lettura.


La sento molto mia nel tema.
Un bacio [SM=g7831]



grazie Francesca, il tema della trasformazione interiore è una strada perennemente in salita, ci si appiglia ai dubbi, per superare quelle certezze che asfissiano la nostra capacità di evoluzione, di redenzione, chissà...
[SM=g7831]
Maredinotte
martedì 8 settembre 2009 10:35
lo sai già quanto mi piace... ma la voglio solo leggere in silenzio, il mio tipico silenzio estatico! [SM=g27988]

[SM=g28003]
Ecat Mel
martedì 8 settembre 2009 18:25
Re:
Maredinotte, 08/09/2009 10.35:

lo sai già quanto mi piace... ma la voglio solo leggere in silenzio, il mio tipico silenzio estatico! [SM=g27988]

[SM=g28003]




Grazie Ammorreeee [SM=g7831]
apassoleggero
mercoledì 16 settembre 2009 12:13

eppure, pur nella difficoltà che esprime, io la sento vitale, un gioco di cavo/pieno, un emergere e poi sommergere, un'attenzione ai piccoli buchi, da riempire o riempiti o lasciati ai semi del vento per la fioritura... nello screzio ri-conoscersi è già molto.

sei una persona molto interessante e la tua scrittura m'intriga per il fascino e la tua indubbia capacità [SM=g27985]


un abbraccio,

Anna



elfo nero
mercoledì 16 settembre 2009 19:28
Piaciutissima
Complimenti a te
[SM=g28002]
Ecat Mel
giovedì 17 settembre 2009 15:09
Re:
apassoleggero, 16/09/2009 12.13:


eppure, pur nella difficoltà che esprime, io la sento vitale, un gioco di cavo/pieno, un emergere e poi sommergere, un'attenzione ai piccoli buchi, da riempire o riempiti o lasciati ai semi del vento per la fioritura... nello screzio ri-conoscersi è già molto.

sei una persona molto interessante e la tua scrittura m'intriga per il fascino e la tua indubbia capacità [SM=g27985]


un abbraccio,

Anna







Grazie Anna, hai ragione, andare "oltre" è superare ogni limite, occorre volontà, determinazione, ma anche molto fede interiore... è seminare o potare perché la fioritura possa compiersi.
[SM=g7831]

Anche a te Elfo Nero, per il tuo passaggio gradito. [SM=g7831]

mire
al_qantar
lunedì 28 settembre 2009 00:07
Un altro capolavoro Mirella.
Sai non mi stanco mai di leggerti e di dirti quanto mi piace questo tuo esprimerti cosi lievemente ondulatorio che riesce a trascinarmi in una ellisse... qui sono io adesso a ruotare attorno alla tua poesia...

a presto per i commenti che meriti.

Sebastiano
Ecat Mel
lunedì 28 settembre 2009 23:03
Caro Sebastiano... [SM=g7831] ... ma come mi piace questa tua definizione del mio modo di scrivere... ondulatoria... siiiii ellittica... sisisisisi mi piace proprio!! [SM=g7760]
[SM=g28003]
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