Cino, è da qualche giorno che cerco di scriverti qualcosa sulla poesia, qualcosa che non si limiti semplicemente ai miei soliti complimenti.
è che mi fermo sempre all'ultima strofa, allora ci entrerò con un pensiero molto personale ma che secondo me ci può stare.
Uno dei pochissimi ricordi che ho del mio paese d'origine è la vicina di casa, non ricordo il nome e a malapena il viso.Era una gitana che appena mi vedeva fuori a giocare mi chiamava in casa sua e dopo avermi messo del profumo sulla fronte (non so cosa fosse) mi metteva le mutandine a rovescio, dicendomi che in questo modo ero protetta dagli spiriti maligni. Non l'ho mai presa sul serio, e mai ho capito perchè lo facesse solo con me, ma le lasciavo fare perchè sapevo che alla fine mi avrebbe aspettato un piattino di marmellata come ricompensa.
Negli anni, l'unico ricordo che mi è rimasto di questa vicina è l'avermi fatto nascere l'amore per la marmellata. Ora, grazie a te, ho ricordato anche il resto.
Intorno a questo ricordo ruota ormai la mia interpretazione alla tua poesia.
Ti vedo attraversare una foresta, che è la vita, con le mutande girate alla rovescia in segno di protezione, forse solo il non voltarti o tacere gli ostacoli, non so.
Sugli ultimi due versi non ho alcun pensiero, salvo che mi affascinano e incuriosiscono come tutte le tue poesie. Vah, di nuovo con i complimenti, è più forte di me.
Ma non mi allungo
ti saluto, Cino!
Simina