post scriptum a "a mia madre"

al_qantar
domenica 12 maggio 2013 23:41


li fossi sunnu chini di duluri
non ‘ci pò ‘nenti ‘n chiantu sensa funnu
ca’ a scavari non ‘ci vulissi tantu,
je a ghinchiri ca si cci perdi u sonnu
si pensu ca la to valiggia e pronta
e jù, ancora addeu, mi sentu stancu
di vìdiri passari stu gran tempu
comu ‘minchiuni, ccu li manu appisi







ggiacinto
domenica 12 maggio 2013 23:46
[SM=g3227796] meraviglia!

garofano a.
domenica 12 maggio 2013 23:50
Re:
al_qantar, 5/12/2013 11:41 PM:



li fossi sunnu chini di duluri
non ‘ci pò ‘nenti ‘n chiantu sensa funnu
ca’ a scavari non ‘ci vulissi tantu,
e a ghinchiri ca si cci perdi u sonnu
si pensu ca la to valiggia e pronta
e jù, ancora addeu, mi sentu stancu
di vìdiri passari stu gran tempu
comu ‘minchiuni, ccu li manu appisi







L'Italia ha una lingua con cui scrivere e parlare e centinaia con cui

cantare


al_qantar
domenica 12 maggio 2013 23:50



grazie Salvatore...


al_qantar
domenica 12 maggio 2013 23:54
Re: Re:
garofano a., 12/05/2013 23:50:



L'Italia ha una lingua con cui scrivere e parlare e centinaia con cui

cantare






Tu sei siciliano Pino, almeno il cognome e anche il nome (se reali) lo sono!

in ogni caso grazie, è bella questa cosa del canto!


garofano a.
domenica 12 maggio 2013 23:55
Re: Re:
garofano a., 5/12/2013 11:50 PM:



L'Italia ha una lingua con cui scrivere e parlare e centinaia con cui

cantare





Dimenticavo Molto bella


garofano a.
domenica 12 maggio 2013 23:59
Re: Re: Re:
al_qantar, 5/12/2013 11:54 PM:




Tu sei siciliano Pino, almeno il cognome (se reale) lo è!

in ogni caso grazie, è bella questa cosa del canto!





No Lucano, ma mi affascinano tutti i dialetti da sempre, sono musicali

molto piu' dell'italiano secondo me


ggiacinto
lunedì 13 maggio 2013 00:00
a volte anch'io scrivo in siciliano, lì dove non posso tradurre certi nostri sentimenti in italiano, ma è il siciliano parlato, tra l'altro di una provincia dove ha poco mordente...

[SM=g8265]

al_qantar
lunedì 13 maggio 2013 00:12


Hai ragione Salvatore, ed in questo caso, al contrario, a volerla tradurla, perderebbe alcuni suoni profondi del sentimento locale.
per esempio, come mi traduci: 'n chiantu sensa funnu.
letteralmente sarebbe un pianto senza fondo, ma non trasmette per niente il suo reale significato.
Sono voci che appartengono al "Fado" nostrano, a quel profondo che si percepisce solo nell'anima e non è udibile al di fuori di quella condizione e, come dice Pino, c'è un canto che non esiste nella lingua, seppur musicalissima, italiana.


ili@de
lunedì 13 maggio 2013 13:47
A volte (sbagliando) si ha come un senso di pudore nel commentare certi testi. E’ come se entrando anche solo per lasciare un “mi piace” ne si contaminasse il contenuto, quell’aura di magia, di malinconia, di tristezza che ammanta ciò che si è letto. Altre volte si può avere il dubbio che il tuo commento possa essere interpretato come una forma di ringraziamento verso chi, in passato, ha dimostrato “benevolenza” verso i tuoi testi.
Per fortuna il mio modo di pormi con gli altri, improntato sempre verso la massima sincerità, non mi crea di questi problemi.
Devo dire che, letta la prima parte, avrei voluto già esprimere le mie sensazioni, che sarebbero, però, state più perplessità che convincimenti (colpa del verso lungo).
Quando è arrivato questo “post scriptum”, mi si è aperto tutto un altro mondo, probabilmente più aderente al mio modo di avvertire certe emozioni.
E’ perfettamente vero quanto affermato finora: certe espressioni dialettali non possono essere tradotte; perderebbero la loro drammaticità e solennità. Stavolta non provo ad esprimermi sull’interpretazione dei versi, perché ho riscontrato in essi una poesia ed una delicata crudezza che mi piace tenere tutta per me (permettetemi un poco di egoismo). Una interpretazione diversa mi darebbe la sensazione di aver perso qualcosa di molto intimo.
Non so se si possano relazionare, ma nel leggere questa tua mi è ritornata alla mente quella di Francesca Coppola “se poteva starci il male minore”.
Quanto è potente la poesia se riesce ad esprimere concetti così “dolorosi” lasciandoci dentro una infinita dolcezza.

@
lastrega.65
martedì 14 maggio 2013 11:52
a noscia vita frustata di ventu
te vegu mama parza in un pensiero
verzu u mari infinutu, verzu
un sognu und'u sileziu de' scoddi
è calata a' notti undi si piega
l'ala du gabbianu
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