fil0diseta
lunedì 27 ottobre 2008 14:37


Potremmo, ne penso che potremmo
anche senza certezze dell'io
del tu, invicolarci in vicoli
ciechi, divincolarci, poi togliere la benda
e guardarci e dire ti ho preso
no, io ho preso te e finire
domani mattina, anzi addormentarci prima
per conclusione non raggiunta, fumata bianca
Tu hai scritto sei righe, io nove







ormedelcaos
lunedì 27 ottobre 2008 15:14


Non c’è, non c’è risposta
ascolta il verso più lungo
ascolta la musica del canto
rivolgi lo sguardo
più sotto al ventre
della scrittura
rivolgiti ad est dove la musica
suona ancora il geroglifico
e magnificati del segno
e sorridi
se ancora non hai pianto
tra la penna e il foglio
di carta





Francesca Coppola
lunedì 27 ottobre 2008 15:27


E la risposta si ferma sul pianto
non ci saranno denti a rimirare
i righi scritti in un tempo senza
occhi.

Come, quando, perchè non piove
e mi lasci sotto al letto, nè
baruffe e salamecchi

-io e te in un foglio bianco-


al_qantar
lunedì 27 ottobre 2008 16:54
ma anche il verso corto
ha il suo battito coerente
e sulla stele lo segni col trattino

Guardiamoci dalle fessure
tra una congiunzione e un'altra
senza pre-notare il prossimo
frammento, conta i minuti
dal ventre a sotto il letto
e viceversa
fil0diseta
martedì 28 ottobre 2008 07:53




piansi, oh sì che piansi senza prenotazione sul come
mi condusse il suono ai ceffi della pelle scura
e i fogli che abbraccio ogni giorno
in fila come atti notarili e canzoni a memoria







fil0diseta
martedì 28 ottobre 2008 10:17


ed eppoi risi, oh sì se risi sugli avverbi
in mente e nel senza che apparivi
di verde vestito e mi alzavi
gli zigomi, di più quello di destra




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