se dovessi raccontare di te

se dovessi raccontare di te
sarebbe come un colpo di portiera
lo scorrere di un occhio sulle curve
sventolando il mio vestito bianco

scrivere, impugnando le tue impronte
come quelle rimaste su questa penna
che hai versato sulle righe mai sazie
di ogni libro, di ogni quaderno

poi non succede più niente
resti così, come un pifferaio magico
che mi annulla la mente
e mi risveglia a Natale

eccomi, a pensare cosa direi io se dovessi parlare di te

Aspettiamo anche Dartagnan

Se dovessi raccontare di te
dovrei parlare di qualche pittore
o di una dea dai contorni mistici

Hai due cuori quando li prendi
e li lanci regalando a tutti l'esca

Sei l'asso di ogni manica, faro
nell'incostanza di saperti
Sempre là, in qualche riga

racconterei di te sui terrazzi fioriti
coi petali di gerani a carezzarti il petto
che odora di bambino appena abbracciato
un laccio alla vita, sempre più lento
per aprirti anima e corpo al sole
e farne scorta da portare in casa

sarebbe la tua collina a respirarmi
ogni cena persa e non io fra i tuoi più cari amici

mi innamorerei della polvere solo
a guardarti rendere vita a qualche mobile
ed io che non sono nobile ma pingue
mi sento a immaginarti vicina

a te che parli di lei
a lei che parla di te
dovessi raccontare di voi
strizzerei le parole
fino a farne macero d'ortica
e con le mani gonfie di lavoro
vi riconoscerei nel rosso acceso
dei palmi, del buono che siete
scacciando gli afidi dalle piante
come nei giorni fuggite l'ansia
di un tempo di plastica, a voi
che camminate nel dubbio degli occhi

sono commossa, si vede? mi riprendo, poi torno a rispondere