se poteva starci il male minore

Francesca Coppola
lunedì 22 aprile 2013 21:51


e ogni volta che vai via
la ragione riparte dall’inferno
lì, dove anche il male minore
mente guai e rabbia

di vita lunga i cimiteri
infestano la prospettiva
ferma ai loculi, alle date
-viste e non viste-
alla melma come coperta
sui dialoghi della memoria

se c’è ancora chi accende lampare
ai morti -più d’un secolo-
e i fiori distraggono i passanti
dal pavimento

chi cerca di tornare a casa
ha scarpe senza equilibrio
le buche seviziano i vivi

fabella
venerdì 3 maggio 2013 09:34
Re:

mi prende molto il tema delle poesie che vai pubblicando. sai dare una dinamica a ciò che è tutto fermo. in una precedente sentivo il marmo respirare. qui, da quella melma come coperta è come si alzasse, una sorta di richiamo. come se lo stato della nostra dimensione venisse meno e venissimo inghiottiti da un senso di colpa.

mentre dove c'è superficie mossa, tipo la fuga prospettica delle date o il pavimento nascosto dai fiori, si posa la vera staticità: l'indifferenza.

tra queste costanti, la tua capacità di espandere il cerchio con elementi che evocano il cimitero di provincia, fino al monumentale, ai cimiteri di guerra... per richiamare sempre a tener viva la memoria.




[SM=g2834784]
ili@de
venerdì 3 maggio 2013 13:06
Questa è da commentare, perchè dentro c'è, a mio avviso, una vis polemica. Trovo molte similitudini con il mio pensiero (sempre che abbia letto giusto) e con la vita di ogni giorno.
Da quei morti da più di un secolo a quelle buche che seviziano i vivi.

Quelle buche ( e le scarpe senza equilibrio) mi ricordano, in maniera prosaica, le "voragini" che costellano le strade di tutte le città. Ma volendo spaziare mi viene da pensare alle discutibili celebrazioni delle "persecuzioni" e degli accadimenti avvenuti nel secolo scorso e a come si dimentichino (volutamente?) gli stermini che avvengono dietro casa.

Mi piace molto il tema affrontato e molto di più il modo in cui lo hai portato in versi.

@

P.S. Notare come lo stesso testo evochi impressioni e sensazioni diverse (guardare commento di fabella)... questa è la poesia.

[SM=g8335]
fabella
venerdì 3 maggio 2013 14:18
Re:
ili@de, 03/05/2013 13:06:



P.S. Notare come lo stesso testo evochi impressioni e sensazioni diverse (guardare commento di fabella)... questa è la poesia.




sì, forse evoca impressioni e sensazioni diverse, nonostante anch'io abbia colto la vena polemica ed abbia pensato alle vittime degli stermini. meno alle voragini, perché capita raramente dalle mie parti.

ma solo forse, perché credo in fondo che la differenza non sia nel sentire, ma nello sfogliare gli strati della poesia. sorvolare quelli individualmente più scontati, per soffermarsi dove troviamo spunti nuovi. nuovi costrutti, che possano varcare la soglia della parola per diventare respiro, movimento, rimprovero tangibile o indifferenza.


[SM=g10324]
al_qantar
venerdì 3 maggio 2013 19:08

Proprio ieri, per via del funerale di mia cugina, ho avuto tempo di girare un pochetto per il cimitero(monumentale)della mia città e pensavo a questo testo che leggo da una settimana. Non ho pensato mai, in questa circostanza, a riferimenti in direzione dei grandi stermini, anche perché i genocidi ai quali viene più facile riferirsi non arrivano a superare il secolo (siamo entro gli ottanta anni) penso piuttosto ai "dimenticati" e, infatti, rivedevo proprio quelle immagini che Francesca ci presenta, in quelle tombe di oltre un secolo, nascoste da rampicanti e muschi con nomi e date scarsamente leggibili.

Ovviamente, la poesia non si ferma solamente in questo luogo di tristi rimembranze, ma la sento allargarsi verso un lieve dissenso nei confronti di una certa cultura.
Comunque, sento che la staticità della rappresentazione della morte, creata impeccabilmente da Francesca, si trasmette per intero scontrandosi con la dinamicità della vita per stabilizzare un equilibrio che, mi pare, sia fondamentale per l'esistere più che per l'essere.

Mi sfugge, come i sogni al mattino, il reale profondo dell'ultima strofa

chi cerca di tornare a casa
ha scarpe senza equilibrio
le buche seviziano i vivi


Apparentemente è chiara e leggibilissima, ma c'è qualcosa, al suo interno, che mi scivola via leggera, come un fantasma in pieno giorno.



S




ili@de
venerdì 3 maggio 2013 19:28
Re: Re:
[SM=g10324]
fabella, 03/05/2013 14:18:



sì, forse evoca impressioni e sensazioni diverse, nonostante anch'io abbia colto la vena polemica ed abbia pensato alle vittime degli stermini. meno alle voragini, perché capita raramente dalle mie parti.

ma solo forse, perché credo in fondo che la differenza non sia nel sentire, ma nello sfogliare gli strati della poesia. sorvolare quelli individualmente più scontati, per soffermarsi dove troviamo spunti nuovi. nuovi costrutti, che possano varcare la soglia della parola per diventare respiro, movimento, rimprovero tangibile o indifferenza.


[SM=g10324]




Beh se tu abiti in un posto senza buche per strada, allora sei fortunata, perché ultimamente nei miei rari spostamenti mi è capitato di osservare che “ tutto il mondo è paese”, e (almeno in Italia) per questa problematica non sembrano esserci differenze di latitudine.

Ma veniamo a noi…

Quando leggo una poesia (notare che uso questo termine moooolto di rado) come questa, non mi va di masturbarmi mentalmente per leggere tra gli strati di quello che probabilmente non era nemmeno nelle intenzioni dell’autore. Questo mestiere lo lascio fare ai critici di professione (che riescono a vedere e a far vedere quello che vogliono, ma che l’autore probabilmente neppure supponeva esistesse).
Ciò detto, in questo caso, la mia lettura, per quanto superficiale, non intendeva esprimere dei concetti o delle verità universali. Stavo semplicemente esponendo quello che IO avevo provato e le MIE sensazioni immediate.
Certo se avessi immaginato che bisognava sorvolare sempre sugli aspetti più scontati e cercare la “supercazzola prematurata con scappellamento a destra, come se fosse antani” in quel caso mi sarei attrezzato diversamente.
[SM=g8190] [SM=g8231]

@

Francesca Coppola
venerdì 3 maggio 2013 21:33
innanzitutto vi ringrazio del graditissimo passaggio e delle impressioni che ho letto con attenzione.
Mi fa piacere constatare come il testo sia stato in grado di generare diverse interpretazioni, ognuna di essere davvero calzante. Naturalmente staticità e dinamicità sono evidenti, come pure una certa polemica da non leggere letteralmente.
Il mio pensiero al momento della stesura era più vicino a quello di Seb (al quale faccio le mie sentite condoglianze per la cugina).
La chiusa è piuttosto semplice se ci metti fosse (al posto di buche e si riconduce alla morte, al senso di disagio che lascia in chi resta qui -solo. Sarebbe lo stesso dire le tombe torturano chi vive.

@ Cara Daniela sono felice di sentirti vicina alla mia scrittura!

@ Grazie Iliade per il termine poesia accostata ade un mio testo. Io che quando parlo della mia scrittura mai mi trovo a pensarla -poesia.

fabella
venerdì 3 maggio 2013 21:53
Re:
al_qantar, 03/05/2013 19:08:


Proprio ieri, per via del funerale di mia cugina, ho avuto tempo di girare un pochetto per il cimitero(monumentale)della mia città





Anche da parte mia Sebastiano, condoglianze a te a alla tua famiglia.

Un abbraccio strettissimo


al_qantar
sabato 4 maggio 2013 01:02


Intanto vi ringrazio per le condoglianze che riporterò alla mia famiglia.
Quando se ne va qualcuno che di alti valori morali ne ha tanti è sempre un dramma che diventa devastante quando vai a seppellire chi è più giovane di te.

Comunque, tutto continua, per cui, veniamo a noi.

"La chiusa è piuttosto semplice se ci metti fosse (al posto di buche e si riconduce alla morte, al senso di disagio che lascia in chi resta qui -solo. Sarebbe lo stesso dire le tombe torturano chi vive."

Quindi la strofa dice quello che lascia vedere! Bene.
Sai Fra, mi veniva in mente, a tratti confusi, l'idea di un qualcuno che trova la strada per tornare, ma che dopo tanto tempo, deve reimparare a camminare (ha scarpe senza equilibrio)con in più il problema delle tante "buche".
Ecco, io non credo nel definitivo assoluto, penso che la morte sia una forma d'esistere in un modo a noi sconosciuto e di, direi, impossibile comprensione.
Non parlo di vita oltre la morte, no di certo, ma di morte stessa come esistenza dimensionalmente diversa. Ne parlo in diversi capitoli di "Ho incontrato un angelo" sviluppando ipotesi, per me, interessanti sulla base di argomentazioni filosofiche cartesiane, aristoteliche, e kantiane.
Ecco perché qualcosa mi portava a quel tipo di traduzione non più letteraria ma filosofica.


S



Francesca Coppola
lunedì 6 maggio 2013 22:38
e non sbagliavi. Perché c'è sicuramente qualcosa di filosofico nella chiusa. Erano tanti i pensieri che mi affollavano. E non conosco il motivo ma avevo quest'immagine di fanciulla fantasma che percorreva una strada e vacillava di continuo. E nel frattempo mi stringeva il dolore della perdita, quel mugolare vicino ai fiori secchi e adottare una tomba ecc.
Ecco, probabilmente questo stato confusionario si avverte e non può che farmi piacere.

Un caro saluto
al_qantar
giovedì 9 maggio 2013 16:33



Eccola lì, la fanciulla, era proprio lei che "vedevo" inciampicare sulla terra battuta costellata di buche, sulla strada di un presumibile momentaneo ritorno. Fanciulla che non mi piace definire "fantasma" ma " nell'altro reale di sé" o in un reale allargato.

più la leggo e più mi piace...

abbracciotti


S

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 11:07.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com