sembrava morisse

fabella
venerdì 28 novembre 2014 09:51


più vicini forse, a questo cielo
che cinguetta e ronza -ma romba
motori che fatico ad accettare
perché mi collegano al mondo

che esiste, che c’è

nella dimensione della fame, della guerra
di una falsità collettiva di fedi
vocazioni, diffusioni più che mutilate

verità che si sapranno quando
avremo raggiunto il regno dei cieli





fabella
venerdì 28 novembre 2014 12:23


la terra che mi porta la sento come cenere
che soffia la sua lungimiranza
dal monte verso valle, dove io
sono il monte e tu la valle

le nostre case invece, sono incroci
tra il fiume e il ponte, dove io
sono il fiume e tu il ponte

gli orti saranno verdi
senza invasioni di gatti che si fanno la guerra
senza ratti portati dalle alluvioni

resteranno, come una terra neutrale
dove si battono i sentieri e si rispetta
il picchetto dei confini


(a Lorenzo)
ggiacinto
venerdì 28 novembre 2014 19:42
Molto bella, soprattutto la seconda parte che si scioglie in un velo, e questa è una tua caratteristica. Si, leggendo i tuoi testi ho sempre una sensazione impalpabile che sfugge, accenna.

Mi chiedevo perchè hai diviso in due questo testo.

[SM=x2823269]

fabella
sabato 29 novembre 2014 09:44
Re:



grazie ggiacinto [SM=g7542]

cheddire, credo di essere nel mio mondo reale, esattamente come ti appare la mia poesia. spesso sfuggo, accenno... non so come la prende chi mi conosce poco. con chi invece mi conosce bene, tutto diventa complicità.

il realtà non ho diviso in due parti il testo. il primo è più datato, il secondo recente. ho solo pensato di riunirli nello stesso post, proprio per la continuità... ma rifletterò sul fatto di farne una sola poesia

ti abbraccio [SM=g2834784]



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