vuoi venire con me?

lastrega.65
mercoledì 1 maggio 2013 11:33
dimmi come fai ad andare a piedi pari per il mondo
senza contare i passi, lasciando orme fonde dove navigano
ombre inconsapevoli, dimmi di quando eri bambino e ridevi
nell'evitare le righe del marciapiede esprimendo un desiderio
che non si è mai avverato e che adesso non ricordi più

vorrei cancellarti dalle spalle ogni notte spesa tra le pagine
di un libro inutile, tutti i baci venduti per un fiore reciso
scrollarti quel sorriso amaro dalle dita che ti fa vecchio
ti lascia appeso a spiare il vento dietro un vetro, protagonista
di una fiaba mai narrata

dammi la mano,io non ho soluzioni che aprono il cielo
ma conosco la strada del bosco e quant'è bello cantare
con la bocca rossa di more. Vuoi venire con me?
al_qantar
mercoledì 1 maggio 2013 15:56


mi piace, ma sento qualche inciampo musicale
prova a solfeggiare il verso in 4/4 considerando le pause
e troverai, per esempio, che "protagonista" sta meglio giù. nel verso successivo. Se ti mantieni intorno le 18 sillabe, batti tre volte unoeddue, e ti rimane la pausa di fine verso. Con le sdrucciole verrebbe più facile.

Es.:

dimmi come fai./.ad andare a piedi pari/per il mondo(pausa)/
u.......no....due/.u.........no..du.......e./u.......nodu....e


musicalmente diventa una specie di triplo senario, per la sillabazione chiediamolo a Fabella!

boh!

provaci!!!



S
fabella
giovedì 2 maggio 2013 08:33



Ecco la nuova strada che sento aprirsi davanti a te. Quella del verso lungo. Attenta a mantenere in pugno la sintesi poetica, però. Volge alla prosa... Le strofe si appiattiscono, a scapito dell"invenzione", tipica della poesia.


[SM=g8154] si ricomincia a lavorare



[SM=g8335]

ili@de
giovedì 2 maggio 2013 09:58
E’ evidente, come afferma fabella, che c’è una sorta di prova generale verso una strutturazione più complessa del testo passante per il verso lungo. Ovviamente questo esperimento non può riuscire al primo tentativo, da qui le (giuste) osservazioni di al_qantar e fabella. Però io, che adoro il verso lungo, (perché quanno ce vò ce vò), riproverei ancora, proprio perché attraverso questo ci si rende conto di come la poesia rappresenti la sintesi delle sintesi.
E’ comunque indispensabile, a mio avviso, mantenere una musicalità nel verso, ancor più che nel verso breve poiché è estremamente facile che si provochi quella specie di “inciampo” nella lettura. Non mi formalizzerei, invece, almeno inizialmente contando le battute, ma proverei a far scorrere il verso solfeggiando così come suggerisce al.

Due parole sul contenuto che trovo assai vicino al mio modo di concepire la poesia o, come dicono i più bravi: "vicino alle mie corde" (bleah!). C’è il mondo dell’essenziale: amore, comprensione e quel tanto di partecipazione che non scade mai nella compassione. Brava!
lastrega.65
giovedì 2 maggio 2013 11:18
come ben intuito da fabella, che così bene oramai mi conosce, questo è stato un esperimento e non rimarrà isolato, il verso lungo mi affascina ma mi rendo conto di quanta musicalità abbia bisogno.E questo luogo, come oramai accade da più di un anno sarà il mio notes, il mio banco di prova...non potrei fare a meni di voi, lo sapete vero^
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