E mannaggia, sì che dovevi resistere!
Però mi fa piacere che tu faccia capolino, senza esagerare, mi raccomando
allora vediamo un po'
la prima strofa l'avrei inserita proprio nel corpo centrale. penso proprio dove l'hai messa tu, prima di richiamare il ricordo della nonna.
mi sembra che volendo tradurre in lirica i significati ti ingarbugli nella costruzione. ecco perché ti dicevo di trattare a sé ogni strofa.
Un castello di sabbia la dimora
il cielo un tetto dove ognuno può salire
Chi mi dorme accanto segue il filo
nel volo d'aquilone c'è il respiro
resto nella mano che accarezza
se stringe sento il freddo, l'ombra al sole
Del mio vino so dov'è la vigna
d'ogni acino il nome mando a memoria
nel prato intorno alle occasioni
nascondo i treni e anche le monete
ricordo nonna mia, i gesti rassegnati
i rami dritti del pesco senza frutti
catturo un volo di sogni da riempire
al bivio nuovo una speranza usata
_ancora testa o croce, ancora una moneta_
in fondo, sai, son sempre le stesse
le cose che vogliamo
magari a volte cambia il colore
o, semplicemente, c'è un'altra luce
Sta mattina non me ne so uscire con pennellate lievi, anche se ti assicuro che a parecchi amici miei poeti questa tua piacerebbe molto più di tanti miei testi. Per dirti che hai lavorato bene, soprattutto in progressione al percorso che hai iniziato.
Allora ti propongo una versione che ti serva solo come confronto, perché è un rifacimento totale, ma è anche il passo successivo che farei se avessi scritto io il tuo testo. Per questo consideralo un testo mio piuttosto che un'intervento sul tuo.... uh ma come la so lunga
Leggi e perdona... oggi gira così. sarà il tempo uggioso
Spero che faccia comunque bene
Resto nella carezza di chi mi dorme accanto
e segue il filo del volo d'aquilone
verso un castello di sabbia, una dimora
un tetto, il cielo dove ognuno può salire
ma nella stretta sento il freddo, l'ombra
al sole dove so del vino, della vigna
e la memoria sta negli acini, nel prato
attorno alle occasioni che ho nascosto
ai treni ed anche alle monete
sembro il ricordo di mia nonna, il gesto
rassegnato, i rami dritti al pesco senza
un frutto, con l'ala di un sogno da riempire
il bivio nuovo, una speranza usata
-ancora testa o croce, ancora una moneta-
in fondo, sai, le cose che vogliamo
sono sempre le stesse, magari
cambia il colore, magari un'altra luce
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)