E restano delle letture solo le mani
tutto e il suo contrario messi in conto
a vent'anni si respirava eterni
giunti ad oggi col dubbio di arrivare
si pensava ai vecchi
invece l'ancòra slega venti nuovi
per sempre non più importante
e non più l'accontentarsi
i giorni in fila sono un treno lungo
stare soli un vezzo della pelle
ci avviciniamo
adesso
col distacco insito nella parola insieme
io e tu due fili in una cruna
eppure soli,due braccia per ciascuno
ma ora lascia stare
se verrà il tempo lo sentiremo d'aria
nell'annusarci
qui, nonostante il titolo, c'è più apertura al noi che coinvolge maggiormente chi legge. ci darei ugualmente di lima, per togliere proprio quegli ancoraggi agli avverbi e alle locuzioni che cadenzano lo svolgimento in modo cronologico.
poi la prima strofa che vuole essere? un prologo che spiega in pensiero? mentre è compito del corpo della poesia, farlo percepire???
ahahah come sono tornata catiiiiiiiiva
nononono, ci sono anche intuizioni molto buone:
i giorni in fila sono un treno lungo
stare soli un vezzo della pelle
due fili in una cruna
due braccia per ciascuno
lo sentiremo d'aria
nell'annusarci
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)