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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Il pallottoliere

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    ggiacinto
    Post: 517
    06/04/2014 19:07
    rivedo questo testo...

    -2007-

    Uno, due, e tre
    quante volte fui padre?
    Tra le mie dita escoriate e martiri
    il supplizio di una filza di grani, e conto
    il tormento. Uno, due.
    Quelle volte, rivolto e perso
    nel gemito di un figlio.
    Dov’eri padre?
    Quelle volte, privo e incerto, fui colto
    d’altre scorte.
    Quante volte fui padre? Padre.
    Nascosto tra incomprese celesti
    dove Nulla tace, ti sorpresi immenso
    silenzioso e colmo della volontà bianca
    di un bambino che sussurra al buio
    terrore dei sé, brivido presunto e fatto.
    Ti donai gemme di labbra e corde
    retini, intese d’arti e di mani, flagelli di aculei
    sangue inchiodato sulla trilogia di un dissenso
    Dov’ero incoronato e schiavo? Dov’eri?
    Io, di fango, di carne ed ossa
    io, di tua immagine e accordo.
    Quante volte fui padre? Quelle volte di un figlio
    morto.
    Doglie e parti d’altra spalla di una prolifera scevra
    santa, demanio estorto ai principi della terra.
    Azzurra sei sposa, né d’altro re.
    Avi e progenie ritorte su una chiocciola sacra.
    Uno, due e tre.
    Disunite mai scomposte.

    [Modificato da ggiacinto 06/04/2014 19:10]
    sal@

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    Carla.Aita
    Post: 17
    07/04/2014 20:26
    Allora ggiacintino, non ho letto il tuo post perchè è una versione ritoccata di un tuo vecchio pezzo: seguo il mio pensiero e ti chiedo di potermi/ci mandare la versione originale. Io sette anni fa non ero ancora separata (ci voleva solo qualche mese) e non ero affatto quella di adesso. Mi ho spiegata...? [SM=g2842921]

    Carla



    **********************************
    distanzeanord@blogspot.it
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    ggiacinto
    Post: 519
    07/04/2014 21:05
    Grazie Carla, ma questa è la versione originale, forse mi sono espresso male, per rivedere intendevo che ho ritrovato questo testo...

    [SM=x2823269]

    sal@

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    Carla.Aita
    Post: 18
    07/04/2014 21:36
    Me ritiro tutto, me, anche la gallina dei mattoni...hahahahaha.
    Me legge bene ora, me. [SM=g8139]






    [Modificato da Carla.Aita 07/04/2014 21:37]
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    fabella
    Post: 1.290
    10/04/2014 08:39
    Re:
    ggiacinto, 06/04/2014 19:07:

    rivedo questo testo...

    -2007-

    Uno, due, e tre
    quante volte fui padre?
    Tra le mie dita escoriate e martiri
    il supplizio di una filza di grani, e conto
    il tormento. Uno, due.
    Quelle volte, rivolto e perso
    nel gemito di un figlio.
    Dov’eri padre?
    Quelle volte, privo e incerto, fui colto
    d’altre scorte.
    Quante volte fui padre? Padre.
    Nascosto tra incomprese celesti
    dove Nulla tace, ti sorpresi immenso
    silenzioso e colmo della volontà bianca
    di un bambino che sussurra al buio
    terrore dei sé, brivido presunto e fatto.
    Ti donai gemme di labbra e corde
    retini, intese d’arti e di mani, flagelli di aculei
    sangue inchiodato sulla trilogia di un dissenso
    Dov’ero incoronato e schiavo? Dov’eri?
    Io, di fango, di carne ed ossa
    io, di tua immagine e accordo.
    Quante volte fui padre? Quelle volte di un figlio
    morto.
    Doglie e parti d’altra spalla di una prolifera scevra
    santa, demanio estorto ai principi della terra.
    Azzurra sei sposa, né d’altro re.
    Avi e progenie ritorte su una chiocciola sacra.
    Uno, due e tre.
    Disunite mai scomposte.





    tu sai quanto apprezzo la tua poesia di quegli anni. sei tu, poeta in purezza. un fluido diretto, che esce in sottili equilibri di immagini fortissime. un linguaggio apparentemente ricercato, ma invece così naturale. per me, sempre un respiro a pieni polmoni...
    [SM=g2834784]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)