Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.

Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

fuorviante a dir poco

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    Francesca Coppola
    Post: 1.334
    30/04/2014 10:53

    Scrivere è aprirsi a quella parte di noi che sa aspettare, restare scoperta eppure non comprenderla, perché accettare il senso non compiuto che a volte va oltre comporterebbe tre passi indietro e troppi, troppo in avanti. Così, a spalle curve col profilo a rondine, ti destreggi nell’evitare il finto ovvio, lo stucchevole appeso alle porte e fingere, fin tanto il saluto, l’esserci senza sguardi acuti.
    Io mi appello alla volontà di volere, all’umiltà di non chiedere, alla parsimonia nel rispondere. Contesto l’approssimasi della vecchiaia, non tanto nella presenza di onde malefiche sulla fronte o la corsa a spingere indietro i percorsi della solitudine. È il capello bianco ad indicare la giacenza dell’entusiasmo, è la rassegnazione ambigua a sospettare dell’impianto intero: gli aggettivi dal fare turbolento, i verbi spenti e poco fieri, sostantivi onnipresenti eppure generici, questo scrivere lento, impreciso, estingue e allo stesso tempo appicca fili di domande dai puntini esplicativi, avvinghiando questa insicurezza. È lì che s’insidia, fra un codice errato e una connessione fantasma: la paura!


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    fabella
    Post: 1.335
    03/05/2014 09:29
    Come racchiude (razionale e non… )


    Scrivere è l’atto che vince il pudore. Come della timorata di Dio che si denuda davanti alla platea. È il sentimento, a volte l’opinione, che dovrebbe sciogliere i filtri nella poesia. Invece la poesia è ancora spesso retorica, se non metafora precisa del linguaggio. Pare che il cuore sia duro da spogliare. Il prefisso è l’istinto delle cose che parlano. E il senso si perde come in un panneggio arricciatissimo. Talmente mosso da non rivelare la vera geometria delllo scampolo di tessuto. Forma immagini che ognuno coglie col suo personale colpo d’occhio. il panneggio si trasforma nel vestito del fantasma, nella paura vetusta che fa da involucro, una sorta di coperta di Linus. Forse tradisce solo il bianco segreto dei capelli, ma non svela la vecchiaia del vecchio, bensì quella di colui che è prossimo a morire. Perché il suo mese, l’anno sono già domani. Ed il tempo intermedio è solo l’attesa della resa dei conti.


    [SM=g10324]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    ili@de
    Post: 169
    14/05/2014 14:16
    Scrivere, è l’atto del cercare di convincersi che si possa continuare ad esistere per sempre.
    Illudersi che qualcosa di noi possa restare al di là della mera esistenza terrena. Scribeo ergo ero (se il latino ancora mi assiste). Ma è solo il surrogato delle nostre idee a resistere, le apparenze e non ciò che siamo realmente. Quante delle nostre congetture sopravvivranno all’avanzare del tempo? Sarà in grado qualunque nostro scritto di definire esattamente il nostro vissuto? Gli amori? Le intolleranze, le insofferenze o le gioie istantanee, quelle che non si riescono a descrivere neppure a noi stessi.
    Sono così effimeri i nostri giorni e siamo così convinti di vivere in eterno che non ci sfiora il dubbio che la nostra esistenza sia solo qui ed ora.
    Oppure, siamo così convinti che la nostra esistenza sia solo qui ed ora da farci ignorare che tutto ciò che rimarrà di noi e delle nostre azioni sarà esattamente quello su cui verremo giudicati nel futuro.
    Scriviamo ad alta voce perché il vicino possa ascoltarci bene; è necessario urlare perché della sordità abbiamo fatto un status symbol, dimenticando che sono proprio le urla a rendere sordi.

    Poi, per ripulirci la coscienza, nelle notti di plenilunio ci travestiamo da agnelli sperando sia la notte più breve dell’anno.

    @

    [Modificato da ili@de 14/05/2014 14:17]
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    annamariagiannini
    Post: 78
    21/07/2014 15:59
    scrivere è un dovere, che ognuno ha il suo modo di lottare e chi ha il dono di provocare reazioni negli altri con le sue parole, chi ha il dono
    di far nascere nelle anime spente una scintilla di coscienza o di aprire sguardi su mondi nascosti a bella posta, su realtà scomode, su occhi bambini pieni di orrori fuori posto, deve usare questo dono senza parsimonia, mettersi a disposizione di chi non ha voce, raccogliere per strada le grida dei muri. mai come oggi, poeti e scrivani, devono uscire dai loculi e versarsi sulle vie trafficate del capitalismo più becero, scoprire i traffici umani, riassumere in versi il dolore e darlo in mano a chi ha voglia di sapere, ma è distratto dal sopravvivere tappandosi le orecchie per non avere ostacoli di sorta nel cuore. scrivere è una freccia la cui traiettoria bisogna guidare dritto allo scopo di restare umani.
    [Modificato da annamariagiannini 21/07/2014 16:03]