Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

La collina dei ciliegi

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    ili@de
    Post: 198
    22/07/2014 11:16

    Ogni volta è un abbandono -all'ultimo respiro-
    di quelle piccole ore
    che cullano vagiti primordiali,
    il senso del verbo, respiri,
    separati dai silenzi –tanti-
    testimoni di distanze
    al limitare di contatti impossibili

    è il nome di un’estate interrotta,
    di un brusio ovattato,
    che si fa pece e lampada smorzata,
    di un richiamo sordo, nitido, asfissiante

    saranno rintocchi fra muri di pietra
    ed erba e fieno e boschi e funghi,
    il capanno dietro l’orto ed il camino
    a segnare il ritmo del tuo tempo

    avrai occhi sgranati sulle notti d’Agosto
    e radici profonde
    che si faranno cuore, voci, colline
    e sentiero di stelle

    @



    Mi intrigava quello "sgranare degli occhi" e l'ho preso in prestito, ma lo restituisco subito subito [SM=g8231]
    [Modificato da ili@de 22/07/2014 11:18]
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    fabella
    Post: 1.562
    22/07/2014 11:19
    ecco, lo sapevo che non dovevo andare [SM=g2829702]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    ili@de
    Post: 198
    22/07/2014 11:32
    Per una volta ho voluto provare l'ebbrezza dell'utilizzo di tanti (ma tanti) aggettivi. Sono venuti fuori da soli e stavolta non li ho ricacciati indietro.
    Magari proverò una versione senza, tanto per vedere cosa viene fuori.
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    fabella
    Post: 1.563
    22/07/2014 11:55
    gli aggettivi sono le tue sensazioni estemporanee ed il modo di accompagnarle per uscire. così devono restare... come una sofferenza che ha la coda, che forse s'assottilia, ma persiste. resistente


    non è che ci starai già lavorando [SM=g8231]
    [Modificato da fabella 22/07/2014 11:57]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    ili@de
    Post: 199
    22/07/2014 12:02
    Ogni volta è un abbandono

    orfani delle ore che innestano vagiti,
    dell’autorità del verbo,
    dei respiri separati da silenzi –tanti-
    testimoni di distanze
    sulle quali congiungere l’impossibile

    è il nome di un’estate interrotta,
    di un brusio che si fa pece o
    lampada dalle balze di ghiaccio,
    di un richiamo che è sfida e timore

    saranno muri di pietra,
    ed erba e fieno e boschi e funghi,
    il capanno dietro l’orto ed il camino
    a segnare il ritmo del tuo tempo

    avrai negli occhi notti d’Agosto
    e radici che si faranno cuore, voci, colline
    e sentiero di stelle.


    @

    Sì fabella, ci stavo lavorando... Questa come la vedete?

    P.S. Quei "vagiti primordiali" della prima versione fanno cagare (scusate il francesismo) ma ormai li ho messi e me ne assumo la responsabilità...
    [SM=g8231]
    [Modificato da ili@de 22/07/2014 12:08]
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    Francesca Coppola
    Post: 1.348
    22/07/2014 12:45

    preferisco la seconda versione, il senso di abbandono è tangibile ovunque. Piaciuta!


    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    fabella
    Post: 1.567
    23/07/2014 14:40
    hai fatto presto a restituire. assomigli a mia suocera [SM=g8231]

    mi dispiace, perché quel verso lo avrei usato per un controcanto. pazienza [SM=g2829704]



    [Modificato da fabella 23/07/2014 14:42]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    radikal60
    Post: 7
    01/08/2014 15:44
    Rispetto alla prima versione non toccherei assolutamente nulla delle tre strofe finali che scorrono che è una meraviglia. Anch'io non amo per nulla l'aggettivazione, ma qui le sequenze di aggettivi, gli elenchi di oggetti, danno alla poesia un'estrema musicalità. Riguardo alla prima strofa condivido i dubbi su "primordiali", anche se nella seconda versione l'incipit mi manca ancora di qualcosa per essere al pari con il resto
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    Carla.Aita
    Post: 85
    19/08/2014 18:37
    Bevuta tutta d'un soffio. La collina dei ciliegi mi ha tanto ricordato la canzone di Ivan Graziani e mi ha passato stupende sensazioni per non parlare dell'irrefrenabile rotolarmi addosso dei restanti versi. Wou...

    Carla


    **********************************
    distanzeanord@blogspot.it
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    rossopapavero
    Post: 338
    23/08/2014 15:38
    Anche io per la seconda versione. E malgrado non ami gli aggettivi, sono così in armonia che questa volta li trovo quasi necessari. Grazie. [SM=g8231]