Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Renato, sua madre

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    annamariagiannini
    Post: 120
    20/10/2014 14:34
    sarebbe stato facile chiudere le mani
    intorno al viaggio cancellando le bandiere
    affogare sera dopo sera nel mare fatto ventre
    che racchiuse i passi piccoli e la voce
    ricamati a punto stretto sulla carne

    o versare dagli otri tutto il sangue
    nel fiume di memorie che s'affanna
    mi sbriciola di sassi sulle scale
    dove gnomi dispettosi aprono finestre
    a far entrare il pianto

    sarebbe stato facile nella contraddizione
    della semplicità quando è solo una parola
    che sceglie tra montagne d'unghie e morsi
    o salite di catene alle caviglie

    ma tu, tu eri pugno al cielo e occhi ricci
    esci da ogni foto con un grido, così
    scelgo la montagna e impasto rabbia
    lasciando che sia lievito il dolore

    prendimi in braccio, fino a dove
    luce non darà un senso a notte
    fino a quando sarà lotta questa vita
    e compagni da difendere agli incroci

    non c'è più peso per le tue spalle giovani
    lasciate sulla strada come un nulla
    ma dove sarà musica il tuo nome e fiore
    scritto sulle bocche dei ragazzi
    io sarò tua madre e tu respiro, Renato

    [Modificato da annamariagiannini 20/10/2014 14:41]
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    fabella
    Post: 1.620
    25/10/2014 09:20
    Re:
    annamariagiannini, 20/10/2014 14:34:

    sarebbe stato facile chiudere le mani
    intorno al viaggio
    cancellando le bandiere
    affogare sera dopo sera nel mare fatto ventre
    che racchiuse i passi piccoli e la voce
    ricamati a punto stretto sulla carne

    o versare dagli otri tutto il sangue
    nel fiume di memorie che s'affanna
    mi sbriciola di sassi sulle scale
    dove gnomi dispettosi aprono finestre
    a far entrare il pianto

    sarebbe stato facile nella contraddizione
    della semplicità quando è solo una parola
    che sceglie tra montagne d'unghie e morsi
    o salite di catene alle caviglie

    ma tu, tu eri pugno al cielo e occhi ricci
    esci da ogni foto con un grido, così
    scelgo la montagna e impasto rabbia
    lasciando che sia lievito il dolore

    prendimi in braccio, fino a dove
    luce non darà un senso a notte
    fino a quando sarà lotta questa vita
    e compagni da difendere agli incroci

    non c'è più peso per le tue spalle giovani
    lasciate sulla strada come un nulla
    ma dove sarà musica il tuo nome e fiore
    scritto sulle bocche dei ragazzi
    io sarò tua madre e tu respiro, Renato






    trovo la prima parte un po' faticosa. per me occorrerebbe renderla più diretta, rinunciando a tanti spunti, secondo me, forzatamente poetici

    ecco per metterla in equilibrio con la seconda parte, in cui il contatto con il tema resta più tangibile

    [SM=g2829698]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    radikal60
    Post: 68
    25/10/2014 10:04
    Re:
    ciao annamaria, condivido le osservazioni di fabella sulla resa migliore della parte finale rispetto all'inizio, anche se sarei più conservativo, anche perchè mi piace questo tua versificare in modo colloquiale (nel senso di esteso, non frammentario, non teso a ridurre all'osso la struttura della frase) Io eliminerei qua e là qualche aggettivo e soprattutto (fa proprio a pugni con la mia sensibilità, perchè mi sembra estraneo a questa poesia che definirei "virile", se pur scritta da una donna) quell'accenno agli gnomi. Provo anch'io a dare una mia versione

    annamariagiannini, 20/10/2014 14:34:

    sarebbe stato facile chiudere le mani
    intorno al viaggio cancellando le bandiere
    affogare sera dopo sera nel mare fatto ventre
    che racchiuse la voce e i passi piccoli
    ricamati a punto stretto sulla carne

    o versare dagli otri il sangue
    nel fiume di memorie che s'affanna
    mi sbriciola di sassi sulle scale
    ........(vedi tu)

    sarebbe stato facile nella semplicità
    quando è solo una parola
    che sceglie tra montagne d'unghie e morsi
    o salite di catene alle caviglie

    ma tu, tu eri pugno al cielo e occhi ricci
    esci da ogni foto con un grido, così
    scelgo la montagna e impasto rabbia
    lasciando che sia lievito il dolore

    prendimi in braccio, fino a dove
    luce non darà un senso a notte
    fino a quando sarà lotta questa vita
    e compagni da difendere agli incroci

    non c'è più peso sulle tue spalle
    lasciate sulla strada come un nulla
    ma dove sarà musica il tuo nome e fiore
    scritto sulle bocche dei ragazzi
    io sarò tua madre e tu respiro, Renato




    Chi è questo Renato (sono un po' lontano dai mezzi di comunicazione ultimamente, forse mi sono perso qualcosa...)?


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    annamariagiannini
    Post: 122
    28/10/2014 10:06
    Re: Re:
    radikal60, 25/10/2014 10:04:

    ciao annamaria, condivido le osservazioni di fabella sulla resa migliore della parte finale rispetto all'inizio, anche se sarei più conservativo, anche perchè mi piace questo tua versificare in modo colloquiale (nel senso di esteso, non frammentario, non teso a ridurre all'osso la struttura della frase) Io eliminerei qua e là qualche aggettivo e soprattutto (fa proprio a pugni con la mia sensibilità, perchè mi sembra estraneo a questa poesia che definirei "virile", se pur scritta da una donna) quell'accenno agli gnomi. Provo anch'io a dare una mia versione



    Chi è questo Renato (sono un po' lontano dai mezzi di comunicazione ultimamente, forse mi sono perso qualcosa...)?






    renato biagetti è il ragazzo ucciso a coltellate nel 2006 da due ragazzini di casa pound dopo una serata a ballare. bambini che hanno ucciso gridando "te lo meriti zecca comunista". una tristezza infinita di cui la nostra generazione è colpevole. questa è stata scritta per la madre, Stefania zuccari, fondatrice delle madri di Città Roma Aperta, che ha fatto della morte di suo figlio lotta, invece che solo pianto. la riguarderò si, grazie