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Avresti ricordato tutte le case di vacanza
di quali onde ne furono concerto, quali fili d’erba
oppure pagine nel letto, di nomi, di paura

di mostrare consensi ai voli dei falchi
di stringere nel pugno i voli dei falchi

E gli anni a passare come ringhiere, come
poveri cristi attorno, a spogliare soggetti
tanto più in fondo quanto
il tempo
di essere stati bambini, a darci la mano
così stretta da spuntarla sempre, con il dolore

Non sarò più nulla né nessuno, per definizione
di chi lapida slanci, affetti, libero arbitrio

i luoghi
così come li sento
ritratti da quel giardino, che lasciai
coi suoi concerti di onde e fili d'erba

Mi chiamano a ballare , mi chiamano a ballare la mia cecità

avanzerò un fantasma, un nome, un rimasuglio o pensiero
che apra quattro mani ai rintocchi del mio seppellire