12/02/2017 11:11
Re:
rossopapavero, 12/02/2017 00.41:

La fuga di stanze cortili e piazze
non è accessibile: pareti molli
di bianco respingono i martelli
alternanza di volti uguali senza
occhi e mani che impugnano
la retorica soluzione senza che
accada. Altre sorgono in difesa
ai colpi si fanno calce gomma velo
le finestre chiuse: il palazzo non
cede la parola non raggiunge.
Solo i bambini corrono attraverso
incontaminati
lanciano la palla a una terra in attesa.



piaciuta molto. la leggo proprio in chiave di un allontanamento continuo dal presente. la casa come guscio di crescita, il cortile come luogo di giochi e di primi incontri, la piazza come luogo di confronto sociale e politico e di crescita umana. diventa tutto angoscioso se non si può toccare e mantenersi legato a ciò che di saldo c'era un tempo. qualcuno ha immaginato l'eterno ritorno per venire a capo dell' immutabilità del passato. Non ci sono cose immutabili e dunque...! ai bambini però è dato ancora di attraversare quei muri, la chiave è in questa innocenza che rende possibile l'impossibile senza lasciarsi contaminare dalle pastoie della realtà, nuda e cruda. Quando non giunge la parola ad afferrare è perchè qualcosa s'è perso, la capacità di dialogo con l'essenza delle cose, propria dei bambini che vedono bianco il bianco e nero il nero e vedono il re nudo.
una mia lettura chiaramente. ciao franco
[Modificato da cripaf 12/02/2017 11:13]