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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Poeti, strane creature

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    cripaf
    Post: 193
    15/02/2017 00:06
    Poi ci sono i poeti, tra le stranezze e le fonti di calore.
    Recitano, scrivono, imbrattano muri come colombi felici
    e incendiano le notti nelle periferie.
    Non c’è pace tra loro ed il patrimonio.
    Faranno le loro cose sempre nell’erba,
    porgeranno la mano tra le auto e allatteranno i bimbi al seno.
    Incuranti dei gas ai semafori,
    si faranno attraversare dalla follia dell’estraneità verso qualunque società.

    Non c’è più grande storpiatura di una cravatta al collo di un colombo di città.

    Gendarmi vengono per mettere ordine.
    Sono numeri. Non c’è pace tra numeri e poeti.
    Non è il timore delle persone,
    ma la paura che l’errore venga preso per modello.
    Il calore-non tutto-è soltanto scarto,
    irrecuperabile degrado di una forza che spinge in un seme di margherita.
    I numeri hanno il manganello, il fascismo scritto nelle menti,
    il potere di scrivere punto nella natura delle cose.
    L’esattezza ed il rigore del calcolo costituiscono il “fatto”, non il verso.

    La guerra ha visto perdite incolmabili!
    Nei fumi delle ciminiere sono passati Rimbaud, Baudelaire, Campana, Majakovskij e gli altri scheletri
    Perché fanno conferenze su questi signori?
    Perché hanno rifiutato il potere, si sono messi di traverso?
    Che soffi un sottile caldo spirito nella serpe del mondo?

    Niente è eccezionale, niente sfugge alla potenza delle cifre.
    Fa così piacere spargere lacrime dunque,
    che vien voglia di conservarle, pesarle e venderle.
    L’organizzazione è perfetta.
    Il logo dice: sterminateli tutti e vendetene gli occhiali, le protesi d’oro...
    C’ è più mein kampf in un’equazione di primo grado che nel Novecento.
    Ma la matematica è molto di più di una proporzione a portata di bambino

    Ed i poeti?
    Sono in questo tentativo di dare addosso alla forza che scrive morte, dissolvimento.
    Rispondendo:-Bellezza!
    e recuperandola dal secchio dell'inservibile.

    Ecco, tutto qui: potere contro potere,
    lotta tra chi ha più diritto sulle leve del comando.
    E la bellezza è il potere supremo,
    la moneta con cui il poeta diventa padrone del disordine universale

    Sottrarla alla spontaneità del dissolvimento è la posta in gioco.

    [Modificato da cripaf 15/02/2017 00:10]
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    fabella
    Post: 2.320
    16/02/2017 11:04

    una lettura impegnativa, per un testo impegnato. come tutti i tuoi del resto. per dire la mia devo farmeli entrare in possesso totalmente. già qualcosa si abbozza. presto riuscirò ad esporti le mie convinzioni, il mio sentire. le parole del grande Pierluigi Cappello recitano così: "il tempo del poeta è il tempo apparentemente fermo". mi aiutano a farti capire che per leggere i tuoi testi ho bisogno di questo tempo fermo. del tornare e ritornare, del fissare anche visivamente i versi, le parole. quindi di tutta un'attenzione invisibile che è davvero tanta

    a presto [SM=g8265]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    cripaf
    Post: 197
    19/02/2017 09:01
    Re:
    fabella, 16/02/2017 11.04:


    una lettura impegnativa, per un testo impegnato. come tutti i tuoi del resto. per dire la mia devo farmeli entrare in possesso totalmente. già qualcosa si abbozza. presto riuscirò ad esporti le mie convinzioni, il mio sentire. le parole del grande Pierluigi Cappello recitano così: "il tempo del poeta è il tempo apparentemente fermo". mi aiutano a farti capire che per leggere i tuoi testi ho bisogno di questo tempo fermo. del tornare e ritornare, del fissare anche visivamente i versi, le parole. quindi di tutta un'attenzione invisibile che è davvero tanta

    a presto [SM=g8265]



    bè, ti aspetto e grazie comunque del passaggio
    ciao
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    fabella
    Post: 2.333
    27/02/2017 09:25
    introduzione (lol)

    qui volevo articolare un discorso sulla bellezza rispetto i temi e i contenuti della poesia. mie convinzioni naturalmente opinabili. ho dovuto rimandare per solenni impegni famigliari. dai quali però torno arricchita di elementi che potranno servire ad aggiungere qualche spunto in più all'analisi del ruolo del poeta, anche nel tempo. ma perdonami perché per me è molto impegnativo trovare concentrazione in questa casa e di notte non ho la forza [SM=g8231]

    forse una soluzione è usare carta e penna e poi ricopiare tutto. o proseguire in pensieri sparsi, per approfondire lo scambio

    ce la farò [SM=g2834784]





    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    rossopapavero
    Post: 449
    27/02/2017 12:32
    Non mi è facile commentarti, lo ammetto. Al di là dello stile e del modo (ma ti prego togli le d eufoniche che all'orecchio stridono!), sollevi domande e poni risposte sulle quali potremmo scrivere o parlare per giorni. Ma forse già questo dà il senso a un testo e lo fa diventare poesia.
    Grazie.
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    cripaf
    Post: 199
    03/03/2017 08:51
    Re:
    Poi ci sono i poeti, tra le stranezze e le fonti di calore.
    Recitano, scrivono, imbrattano muri come colombi felici
    e incendiano le notti nelle periferie.
    Non c’è pace tra loro e il patrimonio.
    Faranno le loro cose sempre nell’erba,
    porgeranno la mano tra le auto e allatteranno i bimbi al seno.
    Incuranti dei gas ai semafori,
    si faranno attraversare dalla follia dell’estraneità verso qualunque società.

    Non c’è più grande storpiatura di una cravatta al collo di un colombo di città.

    Gendarmi vengono per mettere ordine.
    Sono numeri. Non c’è pace tra numeri e poeti.
    Non è il timore delle persone,
    ma la paura che l’errore venga preso per modello.
    Il calore-non tutto-è soltanto scarto,
    irrecuperabile degrado di una forza che spinge in un seme di margherita.
    I numeri hanno il manganello, il fascismo scritto nelle menti,
    il potere di scrivere punto nella natura delle cose.
    L’esattezza e il rigore del calcolo costituiscono il “fatto”, non il verso.

    La guerra ha visto perdite incolmabili!
    Nei fumi delle ciminiere sono passati Rimbaud, Baudelaire, Campana, Majakovskij e gli altri scheletri
    Perché fanno conferenze su questi signori?
    Perché hanno rifiutato il potere, si sono messi di traverso?
    Che soffi un sottile caldo spirito nella serpe del mondo?

    Niente è eccezionale, niente sfugge alla potenza delle cifre.
    Fa così piacere spargere lacrime dunque,
    che vien voglia di conservarle, pesarle e venderle.
    L’organizzazione è perfetta.
    Il logo dice: sterminateli tutti e vendetene gli occhiali, le protesi d’oro...
    C’ è più mein kampf in un’equazione di primo grado che nel Novecento.
    Ma la matematica è molto più di una proporzione a portata di bambino

    E i poeti?
    Sono in questo tentativo di dare addosso alla forza che scrive morte, dissolvimento.
    Rispondendo:-Bellezza!
    e recuperandola dal secchio dell'inservibile.

    Ecco, tutto qui: potere contro potere,
    lotta tra chi ha più diritto sulle leve del comando.
    E la bellezza è il potere supremo,
    la moneta con cui il poeta diventa padrone del disordine universale

    Sottrarla alla spontaneità del dissolvimento è la posta in gioco.

    ......................
    Ripulito!
    Grazie Elisabetta
    ciao
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    fabella
    Post: 2.403
    14/03/2017 14:28

    L’esempio lampante ce lo fornisce la letteratura-spettacolo di Dario Fo, che sempre ha voluto assecondare la moglie Franca nelle sue idee e battaglie politico-sociali. La dimostrazione è che la vera arte di Fo è rappresentata nel suo gramelot. Una sorta di linguaggio onomatopeico, meta semantico, dialettale contenuto nel “mistero buffo”, l’opera in cui è contenuta la sua bellezza, la sua immensità come artista.
    Tutto a dimostrare che quando l’arte si propone un fine, non è mai arte fino in fondo. Non deve esistere calcolo nell’arte, ma solo una trasposizione interno-esterno della nostra sostanza nel giorno, nell’anno, nel secolo in cui viviamo. Con i dipinti, i testi che parleranno da soli del nostro momento politico-sociale e della storia che abbiamo impressa tramite i libri di scuola e le tradizioni.
    Stesso parallelismo tra arte e potere. Due percorsi che non si possono effettuare sugli stessi binari.
    A esempio scultori, pittori, autori al servizio dei Papi, alla corte dei Re. Apparentemente la loro produzione fu subordinata al potere dei committenti. Vedi Michelangelo, Bernini, Caravaggio, Tasso, Ariosto. Ecco allora subentrare il pretesto! Proprio così, la commissione era solo un pretesto.
    Il mio esempio cade su Caravaggio, pittore sempre al servizio di quello, al servizio di quell’altro. In realtà lui restava soprattutto al servizio della sua ricerca: la luce. I temi e i soggetti richiesti dal committente di turno, altro non erano che pretesti per aggiungere ricerca alla ricerca. Tramiti che lo portarono a quello per cui è stato celebrato dal tempo, per la componente universale che conteneva la sua disciplina artistica. La bellezza, cioè quel valore aggiunto di non fine, non mezzo che emergeva dalla sua opera.

    Il mondo del poeta è un mondo a sé, nel suo tempo fermo e nel silenzio. Il suo scopo è il linguaggio come testimonianza del suo tempo, del panorama politico-sociale del suo contesto storico-temporale. Non è portatore di una bandiera, né può essere cronista delle brutture del suo mondo (troppi cronisti e tanti capaci). Il ruolo, ma nemmeno, perché non si può parlare di ruolo, quando tutto ha origine dall’inconscio della ispirazione. Non ruolo, ma forza. La forza del poeta, a mio parere è la premonizione.
    Nel non-finito intendo rendere tronco il mio discorso, che peraltro non ha nemmeno avuto un inizio [SM=g8231]
    [Modificato da fabella 14/03/2017 14:37]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    Versolibero
    Post: 836
    11/12/2019 09:01
    cripaf, 03/03/2017 08.51:

    Poi ci sono i poeti, tra le stranezze e le fonti di calore.
    Recitano, scrivono, imbrattano muri come colombi felici
    e incendiano le notti nelle periferie.
    Non c’è pace tra loro e il patrimonio.
    Faranno le loro cose sempre nell’erba,
    porgeranno la mano tra le auto e allatteranno i bimbi al seno.
    Incuranti dei gas ai semafori,
    si faranno attraversare dalla follia dell’estraneità verso qualunque società.



    Non c'è affinità tra la società organizzata e i poeti, che oltretutto si può ignorare come la società ignora i poeti.
    Il muro c'è anche se invisibile. Ma nello stravolgimento che li circonda, resta tra loro un punto fermo: faranno le loro cose sempre nell'erba, allatteranno i bimbi al seno.
    L'erba, l'amore, i bimbi, e Dio voglia che li allattino con nettare dei versi. Sempre che non siano avvelenati.



    Non c’è più grande storpiatura di una cravatta al collo di un colombo di città.



    In effetti è una caricatura inconcepibile... ma poi vuoi vedere che anche loro si adattano?!



    Gendarmi vengono per mettere ordine.
    Sono numeri. Non c’è pace tra numeri e poeti.
    Non è il timore delle persone,
    ma la paura che l’errore venga preso per modello.

    Il calore-non tutto-è soltanto scarto,
    irrecuperabile degrado di una forza che spinge in un seme di margherita.
    I numeri hanno il manganello, il fascismo scritto nelle menti,
    il potere di scrivere punto nella natura delle cose.

    L’esattezza e il rigore del calcolo costituiscono il “fatto”, non il verso.

    La guerra ha visto perdite incolmabili!
    Nei fumi delle ciminiere sono passati Rimbaud, Baudelaire, Campana, Majakovskij e gli altri scheletri
    Perché fanno conferenze su questi signori?
    Perché hanno rifiutato il potere, si sono messi di traverso?

    Che soffi un sottile caldo spirito nella serpe del mondo?

    Niente è eccezionale, niente sfugge alla potenza delle cifre.
    Fa così piacere spargere lacrime dunque,
    che vien voglia di conservarle, pesarle e venderle.
    L’organizzazione è perfetta.
    Il logo dice: sterminateli tutti e vendetene gli occhiali, le protesi d’oro...
    C’ è più mein kampf in un’equazione di primo grado che nel Novecento.
    Ma la matematica è molto più di una proporzione a portata di bambino



    Qui, al di là dei versi evidenziati, confesso che non sempre riesco a seguirti. Sarà per via dei numeri a cui sono allergica (!?), mettiamola così...



    E i poeti?
    Sono in questo tentativo di dare addosso alla forza che scrive morte, dissolvimento.
    Rispondendo:-Bellezza!
    e recuperandola dal secchio dell'inservibile.

    Ecco, tutto qui: potere contro potere,
    lotta tra chi ha più diritto sulle leve del comando.
    E la bellezza è il potere supremo,
    la moneta con cui il poeta diventa padrone del disordine universale

    Sottrarla alla spontaneità del dissolvimento è la posta in gioco.





    Qua trovo versi e concetti fantastici. Commentare una poesia complessa, spesso fa scegliere di non commentarla affatto, quasi per timore di deludere l'intento del poeta scrivente.
    Ma come un vestito che ce lo possiamo riadattare a propria misura, io dico qui che il tessuto è bellissimo, davvero.
    Ovunque ci sia un contrasto, una contrapposizione di forze, il dinamismo della vita chiama ognuno da una parte o dall'altra.
    Potere contro potere, bene e male, bello e brutto, sempre coesisteranno come forze contrarie.
    L'importante è riconoscerle, sapere da quale parte stare, e impiegare tutto il dinamismo possibile, ma anche tutta la resistenza possibile. Perché la Poesia è Resistenza. Il corpo possono azzannarlo ma l'anima no. Il cuore, che di certo non è un muscolo ma il motore delle coesistenze, non possono spegnerlo.
    Il potere sotto forma di possesso è abbrutimento. Ad esso può contrapporsi solo lo splendore dell'arte, la Bellezza.

    Io l'ho letta così e ogni volta che dei versi li evidenzio vuol dire che mi hanno emozionato.
    Tu mi domandavi: "A che pro emozionarsi?"
    Perché l'emozione è la linfa della poesia.
    Senza la linfa, senza il calore, prende corpo l'aridità. E il gelo, che va pure bene ma per congelare i cibi; l'anima invece ha bisogno di respirare.
    La Bellezza, appunto.


    Ciao



    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)