08/11/2017 21:09

Le nostre passeggiate lungo la Neva
nel ghiaccio febbraio, ascoltavamo
il canto allucinato di Sologub.
“La terra di Ojle naviga sulle onde dell’etere”
Quanto amavamo il poeta!
E quanto lui vedeva in noi
le ombre di un'umanità perduta.
Lui, i suoi demoni e i suoi santi.
I nostri passi crocchianti sulla neve
ritmavano una vecchia canzone del Volga
e noi, liberi in una terra schiava
affrancati da Poesia, ci amavamo
di un amore tiranno.
Ti penso, ora che il tempo e la poesia
consunti, ci guardano da lontano.