Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Luigi Di Ruscio (per leggere e riflettere sulla poesia)

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    00 04/03/2019 09:15
    dal sito poetarumsilva.com




    1.

    vengono alla superficie pensieri neri tenebrosi
    volare dalla finestra
    inabissarmi in quell’albero di ciliege
    che nasce sotto casa
    splendente
    luminoso nelle primavere
    improvvisamente senza un segnale fiorisce
    grappoli di vita felice
    inizia così la stagione
    dove nessuno immagina di dover morire

    .

    43.

    i cattolici visti dal sottoscritto
    erano solo dei poveri necrofori e feticisti amatori di fiori
    e nonostante il tutto eretico riuscivo
    allegramente a rimanere in vita alla faccia vostra
    non esistendo vita eterna
    è già un miracolo che uno scemo come il sottoscritto
    sia riuscito a nascere
    e alla fine in una veloce cremazione
    non rischiare che una cellula del sottoscritto resti viva
    un mucchietto di cenere è una eredità più che sufficiente
    per deludere i vostri vermi

    .

    72.

    un “io” di cui non sappiamo niente
    che fabbrica tutti i nostri incubi
    un “io” tanto nascosto da sospettarne l’esistenza
    una specie di esistenza inesistente
    che ci precipita nella più folle paura
    come se fosse assolutamente necessario
    per alzarmi con tanta gioia
    passare una notte di incubi

    .

    79.

    mosche e zanzare a nuvole spaventose
    costituivano il tramite d’immancabili infezioni
    il lezzo nauseante ossessionava i passanti a tutte l’ore
    le acque non facevano altro che far divampare
    maggiormente le fiamme
    la disperazione della vittima non conosce confini
    il palco dove si appressavano i tenori fu intaccato
    era evidente a tutti che un buco nel muro esiste
    e spalanca l’inferno

    .

    87.

    tra la vita e la porta
    avviene solo l’imprevedibile
    con due sottoscritti
    uno che fa i sogni e l’altro li guarda stupito
    e compare perfino un terzo ignoto
    che cerca di darsi una inutile
    spiegazione del tutto

    .

    121.

    ho visto piombarmi addosso un corpo
    che sembrava volasse
    rimbalza sul parabrezza
    sfonda il vetro e mi viene addosso
    la ragazza ha visto solo un’ombra piena di sangue
    ed essendo sotto shock per l’incidente
    è stata violentata dai passanti

    .

    136.

    la casa di mia nonna
    pullulava gli scarafaggi
    uno s’era introdotto sul fondo della tazza del caffè
    e mi è finito in bocca
    lo sputai con estrema violenza
    e feci molto male essendo lo scarafaggio
    il simbolo dell’eterno
    ed era l’eterno che mi era caduto in bocca

    .

    211.

    sognavo di essere in un ascensore
    che precipitava continuamente
    alla fine mi scaraventa
    nel reparto dove ho lavorato
    ecco l’inferno spalancato
    che ho attraversato tutti i giorni
    per quaranta anni rimanendo incolume
    nonostante avessero programmato
    la mia morte per la vita loro

    .

    273.

    vespe e mosche per puro caso sfuggite agli insetticidi
    salteranno sugli occhi degli ultimi azzannati
    per sopportare la catastrofe
    si bucava continuamente fino a spararsi in bocca
    non era un male misterioso che ci perseguitava
    era semplicemente il male

    .

    275.

    eravamo stalinisti perché stalin rappresentava
    il nemico implacabile di tutti i nostri nemici
    poi mi accorsi di non avere più nemici
    attenagliati dall’angoscia continuavamo a sperare
    in un futuro meno vecchio
    appiccando manifesti inneggiando a libertà sconsiderate
    le case si richiudevano
    e le vagine rimanevano spalancate



    [Poesie tratte da: Luigi Di Ruscio, L’iddio ridente, Zona 2008]


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    Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
    (Antonin Artaud) 
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    fil0diseta
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    00 04/03/2019 09:26
    da leparoleelecose.it

    Poesie
    di Luigi Di Ruscio


    da Non possiamo abituarci a morire (1953)



    Sono senza lavoro da anni
    e mi diverto a leggere tutti i manifesti
    forse sono l’unico che li ragiona tutti
    per perdere il tempo che non mi costa nulla
    e perché sono nato non sta scritto in nessuna stella
    neppure dio lo ricorda.
    Gioco alla sisal
    e ragiono sulla famosa catena
    ma ormai poco mi lascia sperare ai miracoli
    sarebbe meglio berli
    i soldi che gioco per sperare un poco.
    Tutti i giorni vado all’ufficio del lavoro
    ed oggi vi erano due donne a riportare il libretto
    ma le hanno consolate
    gli hanno detto che per loro è più facile
    potranno sempre trovare un posto da serve.
    Poi sono rimasto sino alla sera ai giardini pubblici
    una coppia si baciava
    anch’io su quel sedile ho avuto una donna
    ora ho lo sguardo di una che vorresti
    che scivola dai capelli alle scarpe
    per scoprirti che sei uno straccione.
    Lavoravo poi tornavo a casa sulla bicicletta, pieno d’entusiasmo
    dormivo di un sonno profondo
    e alle feste con la donna
    che ho lasciato per farla sempre aspettare
    ora l’insonnia sino all’alba
    poi un sonno pieno d’incubi.
    Avevo pensato di farla finita
    se resisto è per la speranza che cambierà
    ma ormai ho qualche filo bianco
    senza una sposa e un figlio
    solo questo vorrei questo sogno da pazzi.



    *

    da Le streghe s’arrotano le dentiere (1966)



    Ovunque l’ultimo
    per questa razza orribile di primi
    ultimo nella sua terra a mille lire a giornata
    ultimo in questa nuova terra
    per la sua voce italiana
    ultimo ad odiare
    e l’odio di quest’uomo vi marca tutti
    schiodato e crocifisso in ogni ora
    dannato per un mondo di dannati.



    *



    Otto ore moltiplicate per tutta la vita
    che copre il coraggio degli eroi e di tutti i santi
    uomini intercambiabili e danzanti
    la macchina è l’anima nostra
    nel cartellino delle timbrate
    sono le date della nostra storia
    la produzione è il diario nostro
    che raspa su tutte le coperture pagliaccesche
    tutta l’anima nostra tra quattro mura rivoltanti
    dove l’Iddio del duemila crepa perpetuamente
    e perpetuamente rinasce
    ogni nostro giorno per questo Iddio che è voce nostra
    il Dio che è nelle nostre mani
    il Dio fresato e saldato ogni giorno
    e non vi è nulla di più incantato
    di quando questo furore s’arresta
    colta da paralisi mortale
    la macchina ferma mammut scannato
    lo sciopero votato nelle riunioni dei sindacati
    s’è arrestato l’Iddio
    e il suo manovratore e la terra trema
    la fabbrica ferma
    butta sulla terra il terrore dell’ultimo giudizio
    e se oggi timbrare è il verbo
    è sospeso il giorno della vittoria nostra
    per questo giorno viventi
    viventi per questa attesa.



    *



    da Enunciati (1993)



    2
    quando nel paesaggio ancora invernale morso dal gelo
    improvvisamente esplode la fioritura del mandorlo
    la precocità e l’estrema debolezza del tuo splendore
    la minaccia è sopra di te i primi sono in pericolo estremo
    la fioritura del mandorlo brilla nostro debolissimo vessillo
    tu vessillo di morte precoce e di tutti gli inizi
    poca materia viva circondata di morte
    i nostri debolissimi segni della speranza pronti a finire
    i primi di un nuovo mondo splendidamente vivi
    con la gola serrata dalla morte



    *



    da Apprendistati (1978)



    XVII
    battere su questa macchina da scrivere sino ad ammattirli battendo scrivendo
    approfondire una poesia significa voler bucare la carta
    scartare le velleità e non rimanere neppure il buco sulla carta
    non c’è nulla da rimpiangere l’unica dignità è essere fuori e contro
    ecco la pietra seminarci sopra anche quando le pietre germoglieranno
    tutto provocava sbalordimenti bagliori
    caricato in mondi di estrema lucidità e ottimismo
    battendo sul cuneo sino a far schizzare la creaturina
    vetri metalli plastiche alzo un braccio alzo una gamba
    ma mentre scrivo posso solo scrivere le provo tutte
    piombano i diti sulla tastiera troppa precipitazione nell’inseguire l’ispirazione
    le levette dell’olivetti lettera ventidue s’intrecciano
    su tale carta scrivere e ripetermi tutto mentre mi faccio la barba
    quando preparo la faccia per uscire in queste strade
    finita una produzione ne inizia un’altra il sottoscritto scritto anche sopra
    con le fedi quasi sempre perse c’è una ultima fede
    in qualcosa di vegetale e vacuo fede nel non poter morire arrotato
    dondolare tra le due fedi opposte e le salto tutte e due
    sono certo che esisto anche se le prove sono vacue e se preciso scompaio
    per essere un sopravvissuto bisogna essere esistiti prima e anche dopo
    fede vacua che mia moglie esiste mi ci metto in contatto e rimane incinta
    cercare l’invenzione che casualmente centri un personaggio reale
    che casualmente centri me stesso
    non esiste un centro ogni colpo mi colpisce in pieno
    sono capovolto non voglio raddrizzarmi



    *



    da Istruzioni per l’uso della repressione (1980)



    chiudere un porco vero nel reparto
    non un porco normale
    un porco insomma un maiale insomma chiuderlo nel reparto per otto ore
    vediamo come reagisce l’associazione protezione animali
    vediamo come reagisce a questa estrema crudeltà il maiale
    schianta strozza impazzisce si indemonia vediamo se è ancora commestibile
    vediamo se il sistema nervoso non gli si è spezzato
    vediamo se è diventato impotente con il sesso aguzzato e torto come un cavatappi
    se è sopravvissuto allo schianto liberiamo il maiale
    portiamolo nelle tante terre abbandonate
    e che pascoli e scovi radici e preziosissimi tartufi
    sopravvissuto ad uno schianto atroce ora godi
    sgambetta liberato respira arie pure saziati
    però la proposta dimostrativa non può essere accettata
    il maiale è stato selezionato perché ingrassi tenere bistecche di maiale
    sottilissime fette di prosciutto
    e ingrassi un grassissimo cervello
    per la schifosa coppa di maiale saziati ingrassa riposa
    ti aspetta un lungo coltello
    chi lavora in un reparto è stato selezionato per tutta una cosa diversa
    resisti allo schianto per tutta una stagione
    sei un animale diverso farti a pezzi non serve a niente
    devi resistere intero
    (sarai selezionato sempre meglio sino a che non scoppi)
    metti un uomo nel reparto
    chiudili dentro per otto ore consecutive
    vedi come reagisce
    prendi un uomo dell’umanesimo staccalo
    dai quadri affreschi dei grandi umanisti
    prendi questo uomo umanizzatissimo vedi come reagisce
    fare moltissime prove vediamo cosa succede
    vedi se diventa pericoloso
    (può diventare pericoloso
    chi lavora in una fabbrica per infinite ore consecutive
    può diventare molto pericoloso
    controllate tutti i telefoni
    apri il suo cervello vedi cosa medita
    misura la sua rabbia
    aspettati che scoppi)



    *

    da L’ultima raccolta (2002)



    CLXXV
    non è destinata a noi una lunga e spettacolare agonia
    non sarà per noi l’insulto di essere vivi senza coscienza
    i clinici più rinomati
    non appresteranno a noi lunghe strazianti agonie
    la nostra miseria ci salva
    dall’insulto di essere vivi senza più lo spirito nostro
    ritorneremo tranquillamente nel niente da dove siamo venuti
    è già tanto se il miracolo della mia esistenza ci sia stato
    riuscivo perfino a testimoniarvi tutti



    *



    da L’iddio ridente (2008)



    108
    mio padre era muratore
    e quando vedo i muri delle chiese
    non penso a Dio
    ma ai muratori e a mio padre
    ed ora tocca a me diventare un padre
    dopo essere stato figlio per troppo tempo
    con una identità irrepetibile
    come i piccoli segnali luminosi
    pronti a sparire per sempre





    225
    le partite contro me stesso le perdo tutte
    e mary continua ad urlarmi
    che devo diventare normale
    dovrei smettere di scrivere le poesie
    e prendere la cittadinanza norvegese
    ed io intestardito
    persisto nell’orrore


    fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
    Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
    (Antonin Artaud) 
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    Francesca Coppola
    Post: 1.539
    00 27/03/2019 15:26
    Hai decisamente ragione, la sua scrittura è da approfondire, mi prendo un po' di tempo...
    La 43 è troppo nelle mie corde. Vorrei lasciarmi un attimo influenzare.



    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    fabella
    Post: 2.795
    00 29/03/2019 10:40
    Re:
    Francesca Coppola, 27/03/2019 15.26:

    Hai decisamente ragione, la sua scrittura è da approfondire, mi prendo un po' di tempo...
    La 43 è troppo nelle mie corde. Vorrei lasciarmi un attimo influenzare.





    sono alla continua ricerca di questi linguaggi, che attraverso il personale e quotidiano, sfociano nel quadro lucidissimo del disagio e delle brutture che ci circondano




    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)