12/02/2020 09:01
Contenta tu!
per parte mia ho smesso di cercare l’armonia, semmai l’abbia cercata, nelle poesia. Mi suona fuori luogo. Dove tutto è frammentato, senza un senso se non quello della mercificazione costante, che vale esprimersi con versi dolci con il nerbo della musicalità?
Non sento nemmeno più di intessere discorsi che guardino ad un possibile lettore, da coinvolgere attraverso il sentimento o il cuore nobile del poeta che guarda al messaggio universale, semplicemente perché nessuno è in ascolto e il pensiero è dominato da argomenti molto meno musicali e poetici come sopravvivere ai mutui bancari o a una lunga giornata in un pronto soccorso o adeguarsi alle tecnologie sui posti di lavoro e al loro inserimento in un quadro di aziendalizzazione e molto spesso ancora all’inadeguatezza delle risposte degli uffici pubblici (poste, Asl, banche, scuole etc.) nel venire incontro ai bisogni con le loro trovate funzionali soltanto alla loro razionalità tecnologica. Ecco, se c’è qualcosa da fare è nella direzione di un radicale NO al pensiero orientato all’adeguamento costante del proprio pensiero, a questa costante rettifica del basso nei confronti dell’alto, dell’impersonale, dell’intoccabile, dell’automatico, dell’inevitabile modello ad una dimensione del capitalismo avanzato.
A cominciare dal linguaggio, pensando a quello che hanno già fatto in altri campi da molto tempo, artisti come Duchamp e Picasso. Siamo nel 2020 ma per buona parte della poesia che leggo sembra di stare ancora a contatto con una natura immacolata, con una società orientata al bene di tutti e che il poeta si salvi dal resto del contagio e della devastazione con buoni sentimenti condivisibili e universali.
Penso che non ci sia più posto alcuno per il linguaggio della metrica perfetta, ma tutto debba essere ricondotto ad un tentativo di adeguarlo alla comprensione del mondo che si ha di fronte, a costo di farlo solo per sé stessi e di lasciare tutto in un cassetto o dove non si posa mai il giubilo e l’approvazione generale. Per chi ne abbia voglia, chiaramente e per chi prende l’ argomento “ poesia “ come qualcosa che accelera la mente per trovare qualcosa, per dirla con Brodsky , anche solo una giustificazione per continuare ad esistere e non come la pillola del sonno.

ciao, Franco
[Modificato da cripaf 12/02/2020 09:05]