Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Poemetto per Thibault S.

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    fabella
    Post: 3.139
    28/07/2020 21:38

    I (notturno)

    non senti come preme la strada sotto i piedi
    il terriccio del ciglio continuamente pulsa, chiama a proseguire saldi
    come l'erba che soffia contro la direzione del vento

    e tu prendi a salire chiuso, dentro la prospettiva delle nuvole
    che ti alzano, fanno rumore, ti nascondono le mani
    non vedi le tue mani che mi vogliono toccare
    non senti le tue stesse mani che mi stanno toccando
    assente, inesistente, approssimata
    aderiscono al mio suono, che perpetuo porti
    e lasci scivolare tra le viscere e trifogli

    lo conservi, visibile solo alla nebbia

    ma la mia notte scende come le lacrime su di un bacio
    sai quanto si lascia assorbire da un tuo bacio

    non è inganno il ricordo, la presenza ultima della notte
    come una bocca, un golfo mistico che ci abbraccia
    senza il toccarci delle foglie, dell'urlo del rapace che ha perso la preda

    ciò che ti aspetti è la corsa, il tonfo dei corpi, le bocche
    l'odore di muschio che chiude
    mi chiudi, ti chiudo, il tempo si chiude a colonna
    non cerca, non trova. è immobile, come appiccicato
    appiattito, stretto tra le spalle che vibrano come arpe
    stonano, deglutiscono il buio del vento che soffia sulle mani

    non voglio che tu vada, resta, restiamo aperti a questa notte
    immaginata, copiata da tante altre notti

    immaginario tu torni, come il silenzio del giorno che gira
    un senso orario lentissimo e gioca a farti parlare: tu non parli
    non sai di avere l'aspetto di un'armonia intatta
    sventolata contro valle, spiegata alla cresta dei monti che si fa corona
    ti incorona di guglie, di neve, un apparente ghiaccio
    proteso verso me con gli occhi, un gelo che scioglie
    sui capelli. sulle mie mani che gesticolano mute. irriverenti e mute

    perché non vieni qui, nella sostanza comune dei passi
    tra la carne che si fa corpo, il corpo che si stacca e vola

    tace la voce, tacciono i passi, la tua postura innevata
    pregna di scioglimenti, poi lontana. scorre. la schiena matta, disperata
    resta seppure mia, resta mio il corpo
    senza vedere, senza toccare, mio il pensiero

    non ho virtù, ma resti mio
    non ho virtù se non quella che non hai mai assolto

    di aver lasciato seccare le rose antiche sulla scala
    con le mani impresse al tocco della maniglia
    ai pugni di chiodi per bucare le ruote. mi guardavi, mi imploravi
    che ancora adesso la fronte mi pesa di un rimprovero che martella
    sfogliando la trama di un film che ci somiglia

    così diventi aria lontana, che mi attraversa tutti i meridiani
    mi tocchi e premi su me la tua impronta. ogni grammo di te
    si fa conca sulla pelle. tu sei qui, ho qui tutto di te: la pelle, la conca
    il silenzio che parla in forma sgomenta, senza potermi dire

    a domani



    II (scherzo)

    è la mia forma incosciente di invocazione
    il tempo speso sulla linea continua della penna, poi discontinua
    diritta. si stacca, sospende quasi pensasse

    e sosta

    tu come lei. tu sosti, dietro parvenze quiete di pagine sull'orto
    al bosco selvatico che impenna di luci ronzatili e fragoline

    poi inizia a urlare
    di lupi o risposte lontane tra rapaci nella selva oscura
    punteggiata di lucciole come occhi, che ci fissano negli occhi

    metti timore alla notte quando mi incanti con la voce
    e frapponi risate, per i dispetti dei ghiri caduti sulle tue fotografie
    prima di dormire

    c'è un grande elenco di sensi in questo buio
    vedi come cambia il mio umore. sprofonda, aggrappa
    il caldo alla tua spalla, la voce sulla spalla, il respiro
    la mano che aggiusta la coperta, stretta abbastanza
    per stare ancora più vicini, fasciarci le ginocchia, fredde qui
    nelle aperture della notte

    il pizzicare delle labbra rende perfezione a questa pace

    le parola incastra la lingua, stona tra i denti. e morde e suona
    come non riconoscesse quello scherzo del pianoforte nell'aria

    entro nelle forme della sposa, che stringi, sorreggi come nell'acqua
    per farle pescare coralli azzurri dai tuoi occhi

    questo sogno inizia al sonno, ti prende, ti lascia cadere
    mi cadi con tutto il peso che cresce tra le braccia
    come l'ubriaco che manca il lume del lampione, come
    un rotolamento di pensieri pesante il doppio di te, ormai solo ossa
    spolpate da un amore come quello che fai ballare al cigno

    e ripeti il ballo in controluce perché rido mentre mando baci
    e rido e balli e rido e mando baci

    nessuna notte ci distoglie dal tramite di noi
    nemmeno le campane, l'ora tarda, l'odore del pane
    il prima di un prima dell'inizio: la notte, la terrazza
    la schiena aperta al golfo mistico. l'immaginario di mani già saliva
    a bollicine che suonavano di scoppi

    quando ancora non c'eri

    ora ti chiamo con la mutezza di quello che rileggo nella mente
    formando note come ultrasuoni. e tu mi senti, mi rispondi

    -oh velo, tulle a trama larga mostrami lui traverso
    trapassa un raggio che percorra spazi, silenzi e tutti i minimi dettagli
    in ogni avanzo di cibo o in ogni piatto vuoto




    III (sonata)
    per sepoltura biologica

    sei tu la goccia che pende da ogni foglia attaccata al ramo
    regge il peso dell'acqua, per poco e poi cade su una processione di insetti
    senza ali, né la testa, entrata nella tua testa. e non esce. ronza
    e ronzi. non sei reale coricato nelle foglie aspettando i lupi
    ad aprirti il petto, a bere l'odore del tuo sangue. così sogni la morte
    cagliata in una pozza che galleggi e rotoli alla discesa in caso di pioggia
    cambi tutte le direzioni, come palla di biliardo rimbalzata alle rocce

    mi chiedi aiuto

    chiedi aiuto al cielo di formare nuvole come fiere
    azzannarti la pelle, scambiare la pelle, la carcassa
    morsa da ogni grandezza di fame radunando gli animali, gettando corde
    nelle tane più profonde, dispense che raccolgano gli organi recisi
    sotto i rosari squillati delle civette

    chiedi la morte come il filo a piombo attratto dal centro della terra
    senza sepoltura, buttata lì nel bosco, nel solco dove passano i cinghiali
    per andare all'acqua. la tua carcassa
    appiattita, vuota, quasi un tappeto che comincia a seccare

    raccoglie quello che cade

    le ghiande, l'origano, il ginepro, i ricci di castagne aperti per donare i frutti
    sei quasi una tavola imbandita. un self service per i commensali

    tutto moltiplica, tutto raccoglie

    e tu diventi forma animale, vegetale e minerale. sei tutta la grandezza del trionfo
    l'ultima delle cortecce scuoiate dal brusio del bosco
    non serviranno piedi, né testa, neppure gli occhi azzurri diventati nicchie
    di raccolta per i semi che atterrano come elicotteri. l'acero infestante
    ti sorvola di samare, le piove a macerare con l'umidità della notte

    avanzeranno intatte solo le mani. le tue mani vive, magre
    allungate. mi basta come dono vivo di te. i nervi, i legamenti
    le dita a martelletto da poggiare pesanti, poi leggerissime

    e pesanti e poi leggere
    grevi, gravi e studiate
    sonata n. 2 op. 35
    marcia funebre

    il golfo mistico ne diventa l'eco, l'assolo, il pianoforte
    le mie ceneri che soffiano sulla tomba del mio cane ❤
    [Modificato da fil0diseta 30/09/2020 08:25]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    fabella
    Post: 3.139
    29/07/2020 07:31

    la lettura, per come mi piacerebbe farla, mi suggerisce ancora piccole modifiche. ma lascio riposare il tutto fino a settembre. partirò il primo agosto per le vacanze e tornerò penso il 4/5 di settembre. sono sicura che scriverò molto. mi preparerò sui bambini. questa storia del poemetto mi aggrada, per come non riesco a pensarlo, ma poi cresce sotto la penna.

    connessione permettendo, potrei fare qualche salto sul Forum. se non mi vedete non è assolutamente perché io lo voglia abbandonare. dopo il 7 settembre potrò riprendere a pieno ritmo. ma i saluti, tra qualche giorno [SM=j2829699]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    al_qantar
    Post: 1.163
    31/07/2020 08:23
    ho letto considerando la "musica" e lo trovo appena zoppicante in qualche punto, ma emana un fascino che invade, proveniente da un sottobosco di parole, un'umidità che non disturba anzi, rende tutto morbido: mi piace!
    Lo rileggerò considerando il sentimento anche se, conoscendoti, potrei saltare questo passaggio. Ce n'è tanto di amore soprattutto nel secondo brano, ma in tutta la scrittura trovo tanta poesia, almeno come la intendiamo noi.
    A dopo. 😘
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    fabella
    Post: 3.153
    31/07/2020 09:16

    proprio quello vado cercando nei continui piccoli ritocchi: una morbidezza umida, che mi è un po' rimasta da quando scrivevo con Anila. lei ne è maestra. è la prima volta che mi rapporto con testi così lunghi e il tempo di riposo sento che debba aumentare. voglio rileggerla quando non mi sembrerà più mia. la lettura che mi deve guidare ad ammorbidire i punti rimasti un pochino più spigolosi.

    nel frattempo ti ringrazio per la visita al Forum e per il tuo commento. io parto domani. vado lassù... speriamo di sentirci, non come l'anno scorso [SM=g8231] ... che poi ti inviterò a venire qui più spesso, da settembre.

    un abbracciazzo strettissimaccio, Sebastiano [SM=g7542]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    fabella
    Post: 3.155
    31/07/2020 09:23
    Re:
    al_qantar, 31/07/2020 08:23:


    Lo rileggerò considerando il sentimento anche se, conoscendoti, potrei saltare questo passaggio.
    A dopo. 😘




    aspetto 😍



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    Versolibero
    Post: 1.012
    06/11/2020 12:13
    Io sono sempre più incantata da questi versi, non mi stancherei di rileggerli come non ci si stanca di riascoltare una bellissima canzone.


    Spero tutti possano goderne.




    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    fabella
    Post: 3.234
    07/11/2020 07:25

    cara Rosanna, pochi come te sanno leggere la poesia in modo disinteressato, con slancio e generosità, stia tu esprimendo apprezzamento o perplessità sui testi. la tua trasparenza e onestà ti fanno così ampia persona/poeta, poeta/persona. in questo momento non so dirlo meglio...

    per fortuna sei passata di qui a darmi tu il tempo per fermarmi, perché sono tornata più volte a modificare. ora non ho fatto altro che rileggere con i tuoi occhi. essendo un testo vissuto con estremo trasporto, è stato molto difficile rileggerlo da fuori, come solitamente mi capita dopo la decantazione.

    vorrei che il poemetto arrivasse alla persona alla quale l'ho dedicato, ma lui sta soffrendo troppo. se cerco un contatto preferisco essere leggera: leggerissima!

    ciao Ros 💜




    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    Versolibero
    Post: 1.015
    15/11/2020 07:59


    cara Rosanna, pochi come te sanno leggere la poesia in modo disinteressato, con slancio e generosità, stia tu esprimendo apprezzamento o perplessità sui testi. la tua trasparenza e onestà ti fanno così ampia persona/poeta, poeta/persona. in questo momento non so dirlo meglio...


    grazie, Daniela;
    detto dalla mia Amministratrice preferita, mi rincuora assajjj 💚



    per fortuna sei passata di qui a darmi tu il tempo per fermarmi, perché sono tornata più volte a modificare. ora non ho fatto altro che rileggere con i tuoi occhi. essendo un testo vissuto con estremo trasporto, è stato molto difficile rileggerlo da fuori, come solitamente mi capita dopo la decantazione.


    Infatti non dovresti ritoccare niente, secondo me, perché ne andrebbe a discapito della freschezza che conquista subito. A parte il fatto che non c'è alcuna riga o strofa che presenti criticità (e se lo dico io...🙂), in una poesia lunga, in cui domina il sentimento in maniera forte e delicata al tempo stesso, il perfezionismo tecnico non aggiungerebbe nulla, anzi raffredderebbe.
    Se leggiamo la Divina Commedia, non tutti i versi sono perfetti, però... eh! 😇



    vorrei che il poemetto arrivasse alla persona alla quale l'ho dedicato, ma lui sta soffrendo troppo. se cerco un contatto preferisco essere leggera: leggerissima!

    ciao Ros 💜



    [SM=g2834784]

    Buona domenica 💙



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    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)