Germoglia il dolore
nella luce arida del pomeriggio.
Lo stilo di una rondine
solca il foglio opaco del cielo.
Presagi,
spine da cui fuoriesce il sangue
dell’anima.
E attendi…
Chi? Che cosa?
Prigioniero di speranze,
palpiti ed ombre,
in contrappunti,
di là dalle persiane.
Agonia dolceamara:
la brezza stride
fra le acacie
che frantumano il cemento
e ti arrendi al destino,
mentre l’arsura è biacca
sul mare…
***
Ed ora che non sei più qui,
non m’importa se l’estate
sommerge nel tedio
l’aria che trabocca di vuoto.
Eri con me
e morivo,
ma nella vita.
Oggi “vivo” di sola morte.
[Modificato da macrino 10/08/2020 17:42]