05/09/2020 00:22
Sono qui a tarda ora, non riesco a fare un commento articolato.

Mi viene più facile fornirti una riscrittura, da cui puoi capire cosa sento di troppo o cosa "frena" la fluidità della lettura.
In poche parole, sento la necessità che diventi più scorrevole
ed anche più concisa.

Mi piace il tuo tentativo di far viaggiare in tandem inchiostro ed emozioni.
Però, l'emozione, meno la si nomina meglio è. Meglio cercare di suscitarla in chi legge. E' quasi una parola proibitiva, come gli arcobaleni, come i gabbiani...

Sento che cerchi nella poesia un ruolo catartico.
Sì, la poesia riesce a riempire molte mancanze, in assoluta complicità con chi scrive, anche se a volte la penna si rifiuta e le parole si frantumano...


Ora ti fornisco la mia versione; tu dimmi senza problemi se ho tolto troppo o se ho cambiato arbitrariamente, che poi vedremo di risistemare.


***


La sua mancanza rende arida la penna, l’inchiostro a denti stretti graffia il foglio.
Lasci che scarabocchi sopra i polsi, fin quando morde il fianco alla memoria.
Sono grafia le macchie di rossetto, ma non v’è linea a sostenerne il peso.
Ogni parola scricchiola, s’incrina.
Ne unisci i pezzi sparsi tra i singhiozzi; rifiuta la penna di prestarti labbra.
Pile di carta fradicia sul tavolo. Senza parole attendi al lume del pallore
che il dolore diventi concepibile



***


Buona notte.









[Modificato da Versolibero 05/09/2020 00:28]


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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)