19/09/2020 08:15
Re:
niench!wb, 17/09/2020 15:29:

Nella pubblica piazza

Pausa, pennata e suono.
Strimpella
_,
il liuto in fronte al municipio.
Canta di note lontane
e di un amore 
che tutto può e tutto vince.
Tanti volti seguono la sua forma.
Un misto di emozioni 
serpeggia, tra la piccola folla.

Ci sono le signore,
che scrutano con costernazione
l'ardore della ragazza.
Ci sono i giovani 
che rispondono in coro,
iniziando una danza.

Ci sono io 
che ti guardo incantare il pubblico
con estrema eleganza.

Passo, voce e suono.
Lo spettacolo si allarga
.
Continua il vortice di accordi
e le voci, si intrecciano sinuose.
Permane il canto sulle terre lontane
e l'amore, della vittoria,
ancora fa il suo vanto.

La scena cambia.

Ci sono i signori,
che raggiungono le loro dame, 
unendosi agli sguardi miti.
Ci sono le giovani, 
che tenera compagnia
aggiungono a questi riti.


Ci siamo noi,
che con un battito di ciglia 
siamo per la prima volta uniti.

Perché devi sapere, 
_.
Che sulla pubblica piazza.

Non siamo più soli.




l'incipit farebbe pensare a un linguaggio nuovo, invece lo ritrovo interessante in pochi versi. non dico che la tua scrittura sia scadente: tutt'altro. ma se il valore della poesia si comprende al primo verso, questo caso lo smentisce.



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)