26/09/2020 10:50
Ha ragione Heidegger, quando scrive che “i poeti sono i più arrischianti”. Prendi, ad esempio, Montale. Mentre molti filosofi e scienziati si baloccano con la balzana idea di un universo armonioso e razionale, l’artista ligure in un solo componimento come “La casa dei doganieri” intuisce e concentra l’essenza del mondo. E’ un mondo in cui “la bussola va impazzita all'avventura e il calcolo dei dadi più non torna”, dove “in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà”. No, l’universo non è un mosaico in cui ogni tessera alla fine si incastra alla perfezione: quante tessere non combaciano, perché sono troppo grosse o troppo piccole, perché sono scheggiate! Il cosmo è un’accozzaglia di cifre indecifrabili, di simboli che rimandano ad altri simboli il cui vero significato resta oscuro. Quante volte ci imbattiamo in coincidenze che pensiamo significative, mentre sono insensate ed insignificanti! La nostra mente è focalizzata su un pensiero, il nostro animo su un sentimento e, di notte, l’inconscio genera una situazione del tutto marginale e spuria: un particolare irrilevante, percepito casualmente dall’Ego e sublimato dall’Id, è desublimato per inscenare un incongruo e lunare dramma onirico. Il cosmo è caos. Il caos è entropia. L’entropia domina in ogni dove. Siamo prigionieri in una realtà non solo crudele ma anche assurda. Il senso che attribuiamo agli eventi e alla nostra stessa vita non ha alcun senso: è solo il disperato tentativo di scorgere una direzione dove ci si muove a tentoni. Il verso dell’universo è sbagliato. Tutto è azzardo.
Io sono Nessuno.