20/07/2021 07:16
Re:
dardoinritardo (IfuH210719), 19/07/2021 17:48:

Trista e mesta mente posseggo io.
Di senso e gioia, il cosmo è privo.
Sovente ci passeggio,
sconforto mio,
e col mortal desiderio, convivo.

Il desiderio risiede, quieto
come quieta, la mente, non si pone.
Mero, io ardo per un fine lieto.
Tormentosa, alla letizia si oppone.

E spensierate genti tutt'intorno
dal tedio, mi paiono intoccate.
Vacua, la vita, di un uomo senza meta.

Attendo, inquieto, la luce del giorno;
vano, tra paranoie immotivate.
Sadica, col mio penare, si disseta.



c'è sicuramente la voglia di fare bene, ma oramai la poesia è lontana anni luce da questo linguaggio così attempato. comunque, qualche spiraglio per uscirne lo ho individuato. a meno che tu non voglia crogiolarti in un passato poetico così remoto. allora, leggi testi del tuo periodo letterario preferito e cerca di affinarti in quella direzione.

[SM=x2823269]
[Modificato da fil0diseta 20/07/2021 08:22]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)