Gli pareva di vivere in una realtà spettrale: in ogni dove larve che aleggiavano fra velami brumosi, le ombre del nuovo giorno strisciavano lentamente simili ad esseri sgusciati via dalle tenebre. Le ore scorrevano ansimanti e presto il crepuscolo diluiva il suo inchiostro su pendii e falde. Il cielo notturno era un camposanto rischiarato appena da fuochi fatui. Echi tenebrosi si sgranavano fra gli archivolti delle costellazioni. La luna era una pallida sfinge alonata di morte.