26/05/2007 01:35
L'anima è vagante solo in sè stessa.

E' quel senso dell'andare, in eterno,
della follia come ribellione alla vita,
come scacco alla morte, all'inazione,
come fuga,
come qualcosa che sfugge e che si rincorre,
sperando che sia fuori di sè.
E' l'altare del controcanto,
per dire 'io esisto',
per esorcizzare il dolore dell'unità perduta,
per dimostrarsi di saper camminare,
forti di una identità inesistente,
straordinario assemblaggio di frammenti.
E' quell'oblio dal quale siamo schizzati fuori,
pallidi riflessi di sorgente,
ologrammi di noi stessi,
che vaghiamo senza meta
perché non vogliamo arrivare...
nella paura di ritrovarci.
Arriva un momento, improvviso,
nel quale i numeri si azzerano,
il cielo si appiattisce,
la terra dissolve.
In quel momento non c'e' più nulla da cercare, 'fuori'.

Procura di sapere già cosa troverai 'dentro'.