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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

collage rosso - di filodiseta

  • Messaggi
  • filodiseta
    00 16/06/2007 16:58

    Scritto da: walter.w 16/06/2007 14.55


    in questa fase sto badando molto alla percezione:
    al transfert tra parola e sensi durante la lettura.

    qui leggevo i versi come sequenze fotografiche del
    sole che sta scendenso sull'orizzonte: ad ogni verso,
    o frase, dovrebbe corrispondere uno scatto fotografico.

    è vero però che sto vivendo questa fase di sopraffazione che ancora non smaltisco, e che, forse quella montagna che si oppone alla luce, ne rappresentare, come dice filodiseta, la
    iconografia esterna.

    mi fa pensare questa cosa che non possiamo mai leggere la totalità in una scrittura, in quanto essa sembra assumere forme diverse e non lineare, come invece noi siamo abituati a leggere mettendo una parola dopo l'altra, una frase dopo l'altra...
    non siamo abituati a leggere a geroglifici una poesia o uno scritto, e forse perdiamo qualcosa che la mente non percepisce.

    la mia percezione era proiettata solo sul click della macchina fotografica.

    vi ringrazio molto.









    Una figura abbandonata, malinconica, con lo sguardo perduto nel vuoto e nel tempo, quasi in attesa di qualcuno che non vede arrivare... e chi più ne ha, più ne metta. Uno, nessuno, centomila significati [SM=g27987]


    Ma supponiamo che il significato sia di troppo e vediamolo così nella versione corretta al computer (che io non sono capace, ma insomma ci capiremo) [SM=g27988] e ruotata di 90° a sinistra:





    Cosa resta di tutti i nostri significati?

    Proprio nulla mi pare: il richiamo figurativo risulta solo un pretesto per suscitare gradimento, per fare riposare l'occhio su un bel viso. L'intento è solo pittorico. Trovare l'equilibrio di masse pittoriche informali, su una base figurativa, per distruggerla nella ricerca e nella sovrapposizione della materia.


    Mi sembra ci sia analogia tra la tua poesia e il mio quadro, in questo senso. Nell'insieme, anche il mio quadro viene letto in funzione del viso, non essendo abituati a leggere a geroglifici (una poesia o uno scritto o) un dipinto, del quale forse perdiamo qualcosa che la mente non percepisce.



    Ma te guarda che parallelismo, non sembra neppure che abbia voluto per forza dare un significato alla tua poesia [SM=g27995] [SM=g27987]










    filodiseta l'opera "collage rosso" è di mia proprietà

    Modificato da filodiseta 12/07/2007 12.42
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    walter.w
    Post: 54
    00 16/06/2007 17:03


    infatti.

    la vista in noi assorbe tutto
    e la mente tarda a re-agire al diverso.

    sto imparando molto dall'arte visiva, grazie
    a te.

    ciao


  • filodiseta
    00 17/06/2007 09:58
    la vista.... Ecco allora,
    i sensi dell'arte...



    L'mbalsamazione dell'arte

    non potrebbe corrispondere all'imbalsamazione dei nostri stessi sensi?

    La collocazione delle tele di Fontana, non è la parete, ma il centro della stanza. Perché? Non saremo mica noi stessi che ci giriamo attorno a divenire arte, come quando passiamo in mezzo ai nudi ravvicinati, alla biennale anni 70...


    E la preghiera? Non saremo mica noi la preghiera, quando rendiamo a Dio, concreti, i talenti (arti) che ci ha donato, come ringraziamento e li diffondiamo?









    Ero in vena, peccato che il tempo stringa [SM=g27992]

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    walter.w
    Post: 57
    00 17/06/2007 12:26
    Re: la vista.... Ecco allora,

    Scritto da: filodiseta 17/06/2007 9.58
    i sensi dell'arte...



    non potrebbe corrispondere all'imbalsamazione dei nostri stessi sensi?








    La conoscenza razionale è un sistema di concetti astratti e di simboli, caratterizzata dalla struttura lineare e sequenziale tipica del nostro modo di pensare e di parlare. Nella maggior parte dei linguaggi questa struttura lineare è resa esplicita dall’uso di alfabeti che servono a comunicare esperienze e riflessioni con lunghe file di lettere.
    Il mondo naturale, d’altra parte, è un mondo di varietà e complessità infinite, un mondo multidimensionale che non contiene né linee rette né forme perfettamente regolari, nel quale le cose non avvengono in successione ma tutte contemporaneamente; un mondo in cui – come ci insegna la fisica moderna – persino lo spazio vuoto ha una curvatura.


    Fritjof Capra - Il Tao della fisica