Il vento pesta l’orme
dissolvendo il respiro della memoria
mentre vacilla l’occhio tra zolle disaggregate
e sassi che urlano i borbottii del tempo.
Cammina lento il pensiero
in un tumulto di cellule arruffate
quasi che linfa non ritrovi vena.
Vecchio si sente
il vagito del giorno che riveste l’alba
ed il gorgheggio di un usignolo langue
unica voce a cantare il sole.
Un spigolo si smussa
nella ricerca di una serenità incostante
che sopprima il pianto del passato.
E nel tempo che percorre l’ansie
confuso si risveglia il desiderio
d’essere d’amore la pianta nuova.
La mente è come un paracadute, funziona soltanto se si apre.
A. Einstein