Ingombra la stanza di ruggine
questa sedia senza mani,
quasi un velo di sabbia
che racchiude la luce
-ricordi di un ricciolo
su un manto celeste-
una tessera, qualche bottiglia
e giu un giornale
Ingoio gli occhi
allo schiudersi delle porte
Che dire Francesca, sono senza parole. Potrei dirti che è bellissima, ma non si addice al tema. Allora ti dico che ci vedo perfettamente descritti gli scatti visivi e le sensazioni velocissime che si provano prima di un'anestesia. Proprio flash, come dici tu. Solo i particolari si fissano nella mente e si ricordano a distanza di tempo, non l'intera trama dell'evento.
Il ricordo è sicuramente di un vissuto in prima persona e quel ricciolo su un manto celeste, non so, mi fa pensare che appartenga all'infanzia. Sono belli questi versi
-ricordi di un ricciolo
su un manto celeste-
il celeste dei lenzuoli o degli stessi camici del personale sanitario, ha una valenza quasi religiosa, la metafora di qualcosa che protegge, quasi una preghiera figurata, dove compare il simbolo della Madonna (manto) e quello del bambino (ricciolo). Quasi a cercare la protezione di una madre, che non può stare accanto. Ma altresì il simbolo della fiducia (fede)nel divino (celeste). Ecco in questi due versi ho un po' visto tutte queste cose, che ho espresso grossolanamente, vista l'ora del calo della palpebra
Ma anche il resto offre in lettura versi molto efficaci: dalla sedia senza mani che ingombra la stanza di ruggine, fino alla chiusa che meglio di così non ti poteva riuscire.
Ingoio gli occhi
allo schiudersi delle porte
Dai, ti dico : brava, brava
(a parere mio)
(attenta al refuso del v.8)
[Modificato da fil0diseta 03/05/2008 01:20]
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Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud)