Cara Angela, temo di non essere in grado di commentare questo tuo esperimento poetico, ma voglio raccontarti un episodio simpatico, avvenuto tra mio figlio e me, nella mia casa di vacanza.
Nell'entrata abbiamo una grandissima dispensa in noce. Io ne vado orgogliosa, ma sai, mai viene l’occasione di parlarne, in casa.
Quest'anno mio figlio si mise a fare apprezzamenti al mobile, del tutto logici all'inizio: importante, massiccio, serio, capiente. Poi accompagnandosi con le mani non smetteva mai e sparava sostantivi, aggettivi, nomi propri, avverbi... di tutto, inseguendo più l'onomatopea delle parole che definivano l'armadio, che il significato delle stesse. Più semplicemente, ogni parola esprimeva robustezza e mole, ma non li significava.
Questa nomenclatura veniva accompagnata con un gesto delle mani, sai, quando si mettono verticali, parallele, distanziate e si cadenzano le parole di un elenco di fatti o di propositi ben distinti e ugualmente importanti.
Ecco leggendo quel passo del tuo esperimento, mi è venuto in mente il mio episodio.
Il motivo, è per dirti come vedo il tuo elenco contestato perché fuori contesto e il perché io, tale fuori contesto appoggio pienamente. E’ per dirti come trovo correlato questo tuo modo di espressione alla vita di tutti i giorni, nel modo di creare codici complici, simbologie di gesti e di suoni per intese perfette, sempre generate da una sola fonte, ma intendibili solo da chi in questa fonte riesce a bagnarsi.
Non è che io sappia di filosofia o di scienza del comportamento. Ma nelle cose ci vado addentro e mi piace scoprire, come anche il creare possa essere affine e come si possa sentire come momento anche vissuto.
Insomma che sono strana, ma questo mi andava di dire (anche per eludere commenti tecnici che non sono il mio forte).
Una cosa qui:
illogico
intendente intenditore
cantore cantonato
strascico strategica
in artefizio artigianale
poi diafana decreto
elucubrazione eludo
ci vedrei qualche segno di valore |assoluto|, come il gesto delle mani.
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud)