Verbo preferito

E spara!

mi attiri vestita da communione
come decisione già presa in partenza
cominceranno i deliri e i mal di testa,
sapore di un treno nella pancia

Quel -sarà- intrecciato sulla schiena
e non basteranno rondini per il mare


Francesca Coppola

Questa mia bocca
così ancora vassoio vuoto
di Salomè,
giriamola di parole

o cuciamola col fumo

denso e polvere
E tu cavalca i treni
e al richiamo che t’insegue
togli l’argine

Sarò sulla cresta a tremare
ad ogni tocco senza lacrima
e mi soffierai via i freni

Cresceranno radici sulla schiena
e le tue mani canteranno rose

e vedrai che basteranno le rondini.

Riprendiamoci gli occhi lasciati
sulle panchine o nei cuoricini
dei per sempre negli alberi,
ridiamoci quel nome antico
che tanto sa di domani,
coltiviamoci come gigli e
coloriamo la bocca di parole,
quelle che soffiano sui freni,
quelle che corrono tra le pieghe
della gonna o si sciolgono
nei sorrisi e quelle
non ci lasceranno mai

Non ci lasceranno neanche
i sogni riposati sul comò
in quel giorno funesto, senza noi

Annuseremo i fiori sul balcone
inebriandoci del sorriso del
sole, delle cose che vediamo
senza guardare girandoci i
pollici sui capelli sempre
troppo fragili da pettinare

mi ricordo quell'odore di fermo
la nebbia del video e gli occhi
appiccicati al soffitto
e le stanche grotte delle fughe
e i gatti e la neve martoriata
dalla fretta...
ma ho dato l'acqua ai fiori
per profumarti il giorno
ho aperto quel silenzio grigiocadmio
liquefatto dell'attesa e per noi
ho inciso il faggio sul tuo nome

Ridiamoci le braccia
e voliamo ancora un pò

Abbracciamo lo sbuffo del vento e
quella sensazione un pò assurda della
carne che scuote gli animi in volo

Saranno le case a ricordarci il
nome delle stagioni che cantano
senza strascichi e fumo di panna

Riderai di me e del mio difetto
- colorare di fragole e lampone
le gote sotto ogni tuo sguardo -

ridere sorridere
entrare entrare entrare
mille volte nel difetto
esploderlo in glassè
baciato sulle labbra
e l'inedito stringersi
rigoverna il vento
delle nostre vele

Voliamoci a giri pieni
senza communioni nè vestiti
nè sapori di treni

e sarà il fumo a vestirci,
tornado in volo tra noi
e lasceremo mani e pensieri
fare l'amore all'intreccio
di un silenzio con un sospiro
ed io, e tu una sensazione
ancora senza nome

ma con le vanghe anonime
nei solchi dei sorrisi
per scavare ogni sillaba
ogni verso e trovarvi quel sole
che ci avvolge lungo il lato
del pendio che segue il mio nome
nascosto fra i capelli
Risorgi da me donna mia
ed io da te in ogni istante

Che bello scrivere con te Al...ci sento una simbiosi partcolare!

Non saremmo arrivati alla decima replica se non ci fosse stata questa forma simbiotica. Sei napoletana no?
Lo sapevi che un qualche principe di non mi chiedere le date ma del regno delle due sicilie, dopo una pestilenza che decimò Catania
fece trasferire circa diecimila napoetani/e per ripopolare la città?

Magari proveniamo dallo stesso ceppo...

Un grande bacio

Al

ehhehehe ma che notiziona...

sarà così, altrimenti non saprei spiegarmi il fatto che con te ci riesco e con la maggior parte no!

un bacio e buonanotte!