A prescindere dal contenuto, dall'emozione, dalla tua abilità a penetrare il lettore con la poesia, in coscienza devo segnalarti dove, secondo me, trascini qualche pecca nella forma. Tu essenzialmente, da quando ci conosciamo lavori molto sulla sintesi e di conseguenza sul fare arrivare un’emozione diretta, ancor prima che venga colto il significato. Quello che noto, però sono le troppe specificazioni che disturbano un po’ la mia ( se vuoi personalissima) lettura del testo. Essendo genitivi riportano ad una sorta di chiarimento, di spiegazione che, nella poesia di per sé, ma specialmente in testi come i tuoi, non ha senso di esistere.
Ti segnalo:
apassoleggero, 07/10/2008 10.45:
Mi spinge un cielo da mercato
la folla polverosa delle nuvole
le foglie, i rami
buste domestiche abbandonate
lungo il perimetro dei viali
l’agonia dell’occhio
sorveglia il passaggio ambiguo
della nebbia
il filo della legna verde
ostinato
nell’imprecisione della fiamma.
Sento che la difesa è dietro
il cielo, nel cerchio del bosco,
tra i muri delle siepi
che celano nidi.
Lì, dove non mi vedi, io vivo.
Ora, so che questa cosa ti ronzerà nella testa nei tuoi prossimi scritti. Questa poesia è stata concepita da te così, e così deve rimanere. Però so che non resisterai alla tentazione di alleggerirla. Secondo me basta un nulla a eliminare la maggior parte di quelle preposizioni, senza assolutamente rinunciare adunoedunosolo dei tuoi sostantivi.
Ti abbbraccio e grazie per avermi consentito di dire la mia su questo testo
daniela
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud)