22/01/2009 16:42
E' il desiderio di appartenere, di unirsi a chi ci è simile, che spinge l'essere umano a togliere un velo dopo l'altro, per mostrarsi in fine così come si è: finalmente sereni di nn doverci più relazionare stando attenti a non toccare o incrinare quelle barriere che più o meno inconsapevolmente frapponiamo tra noi e gli altri. Almeno fino a quando nn comprendiamo, che anche chi ci sta di fronte è come noi e con lui possiamo interagire nella piena libertà di ciò siamo, senza timore di essere fraintesi.
La poesia ,a mio avviso, ha il pregio di annullare ipso facto le distanze, senza far violenza sull'interlocutore, il quale capisce da subito chi e cosa si trova davanti, gustando particolari, dettagli, pensieri, sogni che diversamente verrebbero fuori solo su lunga distanza. Diceva A. de Mello "la felicità consiste nel togliere, nn nell'aggiungere".
Spogliarsi in questo caso equivale a liberarsi di ogni ragione , logica o, spiegazione di ciò che sono e del perchè lo sono e, del perchè lo sono in questo modo piuttosto che in un altro. E' ritrovarmi a casa tra persone che come me in piena libertà esprimono tutto il loro essere dal profondo del cuore, è leggermi nelle loro sensazioni, nelle emozioni, nei sentimenti nella forma più bella e più alta che l'uomo ha di comunicare.